di Gaetano Alessi
Ma i tagli alle borse di studio ci sono stati o no? A sentire il bailamme delle dichiarazione contrapposte la verità non emerge chiaramente: il ministro dice di no, gli studenti di sì. Quindi per svelare l’arcano e non sembrare “faziosi” ci affidiamo, trattandosi di istruzione, alla matematica e a quei segnetti di matrice indo-araba chiamati numeri. Muniti di carta e penna (e calcolatrice) dopo rapide maestrie su fogli excel scopriamo che da quando il ministro Gelmini si è insediato a viale Trastevere le risorse per le borse di studio sono diminuite, e neanche di poco. Andiamo ai dettagli: nel 2009 il fondo nazionale per le borse di studio si attestava sui 246 milioni di euro. Il 14 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato l'ennesimo taglio portando il fondo nazionale per il 2011 a 25.731.000 euro, segnando una riduzione dell' 89,54% rispetto all'inizio del mandato del ministro Gelmini. Tanto per non farsi mancare nulla nel 2013 sempre la manovra finanziaria prevede una riduzione ulteriore del fondo a 12.939.000 euro.
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Più che tagli sembra il tentativo di azzeramento del Ministero, ma il ministro Gelmini ribadisce che non è così continuando anzi a sostenere il suo impegno per gli studenti e per il merito (magari le si è inceppato il pallottoliere).La calcolatrice funziona benissimo invece agli oltre 150.000 borsisti che rischiano di dover lasciare l'università, provocando la sentita reazione delle associazione studentesche, già sul piede di guerra, che attaccano a testa bassa: “La discussione della manovra in Consiglio dei Ministri è durata poco più di mezz’ora, se il ministro si è distratto o non aveva studiato le carte lo dica candidamente - dice Claudio Rizzo, portavoce nazionale Link coordinamento universitario - ma se invece, come crediamo, il ministro ne è a conoscenza, allora abbiamo davanti a noi un ministro dell'Istruzione che mente sapendo di mentire. Ne chiediamo pertanto le immediate dimissioni e - aggiunge - nei prossimi giorni daremo battaglia con mobilitazioni quotidiane in tutt'Italia in vista della mobilitazione internazionale del 17 novembre che ci vedrà, insieme all'Unione degli Studenti, scendere in piazza in tutt'e le piazze”.Continua quindi la lotta e al ministro Gelmini consigliamo di cambiare calcolatrice: tra un po’ non riuscirà più a tenere il contro degli studenti che sta portando in piazza.