di Articolo 21
E adesso, a pochi giorni dalla famigerata disinformazione di Punto e a capo ai danni di alcuni leader no-global, la Rai ha l'obbligo di raccontarci tutta la verità sul G8 di Genova, anche relativamente all'altra inchiesta giudiziaria che Masotti ha di proposito ignorato. Proprio il 12 marzo si è appunto conclusa, con la richiesta di ben 47 rinvii a giudizio di esponenti delle forze dell'ordine, l'indagine ufficiale della procura di Genova. Un dossier agghiacciante, di 534 pagine, ricostruisce ufficialmente maltrattamenti, torture e illegalità varie commesse nei confronti dei manifestanti. In alcuni dei casi documentati si tratta di episodi che ricordano proprio le tristemente note immagini che hanno scatenato il caso delle torture in Iraq. Ecco, di tutto questo troncone principale delle indagini sul G8, a Punto e a capo non si sono mai nemmeno interessati.
La famigerata puntata è ancora al vaglio della magistratura, dell'Authority sulla privacy e della Commissione parlamentare di vigilanza: il vicedirettore della disinformazione di regime a Raidue, Giovanni Masotti, ha trasmesso documenti audio e video relativi (anche se mai formalmente depositati) all'altra indagine giudiziaria, aperta presso il tribunale di Cosenza, sulla base di un dossier messo a punto dalle forze dell'ordine. Questa strana inchiesta vorrebbe fare incriminare alcuni leader dei no-global come responsabili di tutti i disordini che ci furono nel capoluogo ligure nei giorni dell'importante incontro internazionale, e non c'entra appunto niente con le indagini vere aperte a Genova, sia sulla morte di Carlo Giuliani, sia sugli eccessi delle forze dell'ordine. Perciò adesso invitiamo i responsabili del servizio pubblico televisivo ad operarsi affinché si allestisca un'intera puntata di Punto e a capo sull'indagine vera sul G8, quella che appunto si è conclusa a Genova riguardo al "trattamento inumano e degradante" - sono parole scritte dai magistrati - dei 252 manifestanti arrestati e trattenuti nella caserma di Bolzaneto.
Altrimenti, viene persino il sospetto che la nota e incredibile puntata di Punto e a capo con la trasmissione delle intercettazioni telefoniche e dei filmati segreti sui no-global, sia stata fatta allestire in fretta e furia alla Rai da chi aveva l'interesse a sollevare un polverone anticipato prima che venisse depositata la sentenza di rinvio a giudizio contro poliziotti e carabinieri. Conviene ricordare che in studio, al fianco di Masotti, spadroneggiava il ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri, di Alleanza nazionale, il partito che più si è speso a manifestare solidarietà alle forze dell'ordine sul caso G8, anche perché, come riportarono le cronache del tempo, il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini era impegnato in prima persona a dirigere le operazioni di polizia nella questura di Genova.
La Rai non può più consentire a Masotti tutte le settimane di allestire un vero e proprio pestaggio elettronico ai danni di qualcuno (l'ultima settimana è stata la volta della collega Giuliana Sgrena e di suo marito Pier Scolari), senza che poi vi obbligo di riparazione. Questo vale sia nei confronti dei soggetti lesi, sia per onore di verità , la ricerca della quale dovrebbe pur sempre essere il fine dell'informazione e in particolare di quella pubblica. Ora, dopo l'udienza preliminare con le richieste ufficiali dei pubblici ministri sui fatti della caserma Bolzaneto, almeno sul G8 di Genova i materiali non mancano.
E, trattandosi di documenti formalmente depositati per il processo, non c'è nemmeno bisogno che Masotti vada in gran segreto a recuperarli di persona prendendo l'auto a nolo all'aereoporto di Lamezia Terme, montandoli e trasmettendoli praticamente di nascosto da tutti, come avrebbe fatto nel caso dei nastri contro i leader no-global.