di redazione
Si stima che a Roma circa 1.500 rifugiati vivano in condizioni abitative di drammatico degrado. Si tratta di persone che sono fuggite dal proprio paese a causa di conflitti armati o di persecuzioni per motivi etnici o religiosi o per appartenenza a determinate nazionalità o gruppi sociali o per le proprie opinioni politiche, e che hanno ottenuto dallo Stato Italiano il riconoscimento della condizione giuridica di rifugiato. Centinaia e centinaia di loro vivono, in qualche caso da molti anni, in sistemazioni di fortuna, destinate a trasformarsi in veri e propri ghetti. Come quello di via Arrigo Cavaglieri (Romanina), quello di via Collatina, quello di Via dei Villini e come la baraccopoli di Ponte Mammolo o ancora come le sistemazioni occasionali, quale quella del binario 15 della Stazione Ostiense. Ciò in totale assenza di qualunque politica pubblica e di strutture di seconda accoglienza, in grado di sostenere l’inserimento sociale e la ricerca di occupazione, l’accesso ai servizi e il riconoscimento dei diritti di cittadinanza.