di FNSI
“Il reintegro di Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 delle 20.00, deciso dal giudice del Lavoro conferma l'operazione rovinosa, fuori dalle regole del contratto di lavoro e dalle previsioni di legge, del direttore del Tg1, Minzolini, e dell’azienda Rai che ne avevano deciso, la rimozione. Quanto avevamo detto allora oggi vale ancora di più: l’impiego nel lavoro dei giornalisti, il rispetto della professionalità e delle autonomie di giudizio non può essere calpestato con scelte di carattere ritorsivo, o peggio, politiche ritenute prevalenti, evidentemente, sui valori professionali acclarati. Il verdetto del giudice parla chiaro e nessuna strumentalizzazione può cambiare il verdetto di un giudice che restituisce onore e lavoro a una collega stimata per correttezza, puntualità e serietà da tutti, come Tiziana Ferrario: la dignità professionale e morale del giornalista e del lavoratore non è calpestabile.
Spostamenti e nuovi incarichi non possono prescindere da questi principi e dai meriti e dai diritti professionali e contrattuali. E i poteri del direttore, anche in materia di nomine interne e incarichi, non possono mortificare i diritti derivanti da ruoli e qualifiche professionali maturati e universalmente riconosciuti. Il contratto di lavoro giornalistico e la legge parlano chiaro e ora anche chi non voleva riconoscerlo sa quale sia il valore delle regole. La Rai, negli ultimi tempi, ha preso più' di una lezione dai giudici per aver voluto accantonare o rimuovere dai compiti assegnati, senza plausibili motivazioni professionali e contrattuali, diversi colleghi solo perché portatori di contributi critici, benché irreprensibili.
Da De Strobel, a Di Giannantonio, a Genah, a Mobrici e a Maria Luisa Busi, per toccare anche Damosso i casi da riparare non mancano. Basterà la nuova lezione? O si dovranno ancora aspettare i giudici, per questi colleghi e altri che (già dal Tg1) potrebbero essere aggiunti alla lista del danno, per vedersi restituita la dignità e il diritto di lavorare con serietà e onestà? La Fnsi è e resta più che mai da una sola parte: l'autonomia e la dignità professionale e morale dei colleghi, il rispetto delle regole primo pilastro di legalità e della civiltà del lavoro”.