Certo che câ?? eâ?? voluto poco a ottenere la deriva dellâ??informazione italiana, a evidenziare che la  gran parte dei giornalisti nostrani eâ?? affetta da una grave malattia professionale, quella del â??non vedo non sento, non parlo e non scrivoâ?�,  a tollerare censure e ricatti come se niente fosse.  Cosiâ?? si sfalda davvero la Costituzione, non tanto a causa  dei colpi dâ??accetta di un governo scellerato che saranno presto cancellati dal popolo italiano.
Ma sulla miopia e sulle paure di tanti colleghi (i voltagabbana e gli irriducibili li lasciamo nel loro brodo) forse eâ?? il caso di fare qualche sottolineatura, soprattutto quando in ballo ci sono  diritti umani e diritti civili. E a loro rivolgiamo lâ??ennesimo appello (lo abbiamo fatto anche il 23 marzo con Fnsi e Articolo 21, sulla base di un documento che vi invitiamo sempre a sottoscrivere alla pagina  www.peacelink.org/letteravescovi ).
A loro vanno gli interrogativi di questo breve e drammatico glossario della realtaâ?? di un nuovo millennio che andrebbe raccontato per quello che eâ?? , nulla di piuâ??.
Deportazioni: come le chiamereste voi delle espulsioni di massa come quelle a cui  stiamo assistendo anche in questi giorni da Lampedusa, dove un ministro della Repubblica che si dice cattolico consegna uomini, donne e bambini a un paese, la Libia,  che li â??accoglieâ?� come denuncia Fabrizio Gatti (recente inchiesta di copertina dellâ?? Espresso) senza neppure permettere allâ??Unhcr e al Nobel per la pace Medici senza frontiere di svolgere le proprie funzioni di garanzia e assistenza?
Nuovi campi di concentramento o Guantanamo italiane ovvero â??Centri di permanenza temporaneaâ?�: come definire dei â??non luoghiâ?� dove da oltre due anni per volere del governo di Arcore si impedisce a tutta lâ??informazione di documentare le realtaâ?? che sono sotto processo in mezza Italia  (Bologna, â??Regina pacisâ?� Lecce, Lameziaâ?¦) per gravissime violazioni dei diritti civili, sevizie e torture, e che sacerdoti di base, politici onesti e giornalisti indipendenti hanno piuâ?? volte denunciato?
Fosse comuni: che parole trovare per descrivere delle grandi buche nel terreno (di cui per esempio eâ?? piena la Puglia) dove vengono sepolti sette, otto, fino a una trentina di immigrati per volta, quasi tutti senza nome, morti a causa dei naufragi che continuano a insanguinare i mari delle nostre vacanze?
Nuova legge razziale, la Bossi-Fini-Mantovano: che metafore utilizzare per descrivere una legge della Repubblica, piuâ?? volte bollata dalla Consulta come anticostituzionale, che equipara i migranti in fuga da guerre e carestie a bestiame da soma, li seleziona per razze attraverso i decreti attuativi, gli impone per quellâ??unica â??colpaâ?� un soggiorno coatto di due mesi nei Cpt e se va bene li consegna a qualche dittatore col vestito nuovo?
Nuovo Minculpop: che dire per sintetizzare censure e comportamenti, ormai generalizzati,  di ministri e sottosegretari, parlamentari e laccheâ??, dipendenti dello Stato e cortigiani, che vietano a cioâ?? che rimane del giornalismo italiano di esercitare un diritto-dovere ma soprattutto ai cittadini di sapere e ai migrati di parlare? Come chiamare chi anche adesso, e chissaâ?? ancora per quanto, impedisce al popolo attraverso grandi e piccole televisioni di dare una sbirciatina a quanto denunciato giaâ?? due anni fa dal mio film-inchiesta â??Mare nostrumâ?� reso anchâ??esso clandestino?
Il problema vero, ed eâ?? un grave vulnus per la democrazia e una grande umiliazione per chi nei valori del giornalismo e nella tutela della propria dignitaâ?? ci crede davvero , eâ?? la mancanza di reazione da parte di chi fa questo mestiere. Non tutti, ovviamente, ma sempre troppi. Percheâ?? non eâ?? vero che il giornalismo come dice Giorgio Bocca in questo Paese sia morto del tutto. Piuttosto eâ?? morta la nostra capacitaâ?? di reagire, lâ??osservanza ai precetti del Vangelo e di mille codici e leggi e carte deontologiche. Ma siamo sotto Pasqua. E non eâ?? detto che non si possa tentare anche noi, ma insieme, una doverosa e inaspettata resurrezione.