di Antonio Padellaro
Ieri pomeriggio, nel corso di una concitata conferenza stampa Francesco Storace, governatore del Lazio ha detto: 1)Che quanto ha dichiarato Mario Limentani all'«Unità » su un episodio avvenuto nel'41 («Il padre di Storace mi portò nella casa del Fascio e mi picchiò...») non corrisponde al vero poichè nel '41 il padre di Storace aveva 12 anni. 2)Che in conseguenza di ciò il direttore dell'«Unità » deve dimettersi. 3)Che quindi egli, Storace, rischia la vita per colpa dell'«Unità ».
Sul primo punto Storace ha diritto alle nostre scuse. Abbiamo ascoltato Mario Limentani, membro della comunità israelitica romana, detenuto nei campi di sterminio, la famiglia decimata dai nazisti, dopo che ieri mattina aveva protestato per la presenza del governatore del Lazio alle Fosse Ardeatine. Quando gli abbiamo chiesto le ragioni di questo suo atteggiamento, Limentani ha raccontato quel lontano episodio di violenza facendo il nome del padre di Storace, circostanza che poi si è rivelata infondata.
Sul secondo punto (dimissioni del direttore dell'«Unità ») non tocca a Storace decidere. Però, se Storace vuole, possiamo metterci d'accordo. Il direttore dell'«Unità » è pronto a dimettersi subito se altrettanto farà il governatore del Lazio, dopo che la società Laziomatica, società al 100 per 100 controllata dalla Regione Lazio, è stata colta con le mani nel sacco nella banca dati del Campidoglio, reato per cui viene indagata dalla Procura di Roma.
Sul terzo punto («rischio la vita per colpa dell'«Unità ») auguriamo naturalmente lunga vita a Storace. Tuttavia, anche se ci rendiamo conto di quanto sia difficile la sua campagna elettorale gli consigliamo di non esagerare perché è quella sua brutta frase che può rappresentare di per sé un incitamento alla violenza. Come violente e volgari sono state le parole usate dal governatore contro la nostra giornalista Luana Benini, autrice dell'intervista.
In ogni caso, poichè può essere che la tensione elettorale abbia portato la polemica un po' troppo sopra le righe invitiamo tutti a raffreddare la temperatura. Noi per la nostra parte ci impegniamo a farlo.