di Nello Trocchia
Scrivere ha il peso dell'urgenza e questo rende la scrittura, a tratti, emergenziale e impulsiva. Può essere un rischio. Ma sentir parlare di libertà, indipendenza, autonomia è esercizio stucchevole, visto che in gioco non ci sono diritti alla privacy o alla riservatezza, ma la dignità funzionale delle nostre istituzioni. Tra reati, da provare nel processo, ed evidente giro di prostituzione con ombre di droga e contorno di uomini in odore di camorra l'unica cosa da fare sarebbe dimettersi, ma Berlusconi non può e non vuole. Non vuole per assecondare il suo sultanato, impero politico e mediatico, non può perché sarebbe indifeso, uguale agli altri davanti alla legge senza protezioni se non una invidiabile schiera di avvocati. Invidiabile da chi passa i giorni tra celle affollate in carceri incivili, nonostante le promesse del fido Angelino di nuove strutture penitenziarie e il piano più volte proposto e ancora irrealizzato.
Invidiabile, la schiera di avvocati, da chi nel paese di puttanieri corruttori e amici di mafiosi, in posizione di vertice, si trova ad usare la penna come mestiere e a correrne i dovuti rischi.
Così ti puoi trovare infilato in una inchiesta, querelato per aver scritto il vero, senza scudi e protezioni, da free-lance alla caccia di un avvocato, in attesa di provare la tua innocenza perdendo i giorni di un lavoro faticoso e precario, ricacciando lo spettro di un processo lungo e assurdo. Ostacoli del mestiere. Sentirsi fortunati rispetto a chi si vede piombato sul groppone una richiesta di risarcimento danni dai soliti potentati di turno, forti di pensioni d'oro e soldi pubblici caduti a pioggia nelle loro tasche. Davide contro Golia. Sarebbe ora che si mettesse mano ad una riforma dell'istituto della querela per diffamazione e della richiesta di risarcimento danni e si realizzasse una rete di tutela legale sul territorio. Le fatiche del cronista erano solo un appiglio. Si infila in un discorso più ampio di democrazia sospesa, oltraggiata, ferita. Se l'informazione è precarizzata e colpita c'è un pezzo di democrazia mancante e queste cose bisogna saperle. Se si continua a fare cronaca senza protezioni e tutele saranno sempre di più le notizie nei cassetti che quelle scritte e leggibili. Uccidere la cronaca con la costante sottomissione di formule di lavoro precario, da un lato, e con l'abuso delle querele e delle richieste di risarcimento danno è il modo migliore per affondare il quarto potere, se mai è esistito in Italia.
Così il baluardo, il bilanciamento sarebbe una sacca di autonoma e indipendente magistratura che prova ad indagare, in presenza di reati, il primo ministro scalfendone così il luminoso avvenire. Magistrati isolati, bastonati, infangati sottoposti al pubblico ludibrio nel silenzio generale. L'informazione, la magistratura non sono anelli distanti, ma pezzi che tengono insieme l'equilibrio tra i poteri, vero asse portante di una moderna democrazia. Resterebbero le opposizioni, ma sembra un terreno minato.
Nel mio profilo su Facebook si è scatenato un dibattito sulle possibili coalizioni future. Ma non si può partire da 5 proposte semplici e realizzabili subito? Non credo più alla logica veltroniana del male minore che tanti danni ha arrecato al paese, credo che il programma con pochi punti sia la soluzione da predisporre prima per evitare crisi al buio, indicando anche eventuali proposte di ministri. Riforma del fisco con logica progressiva come previsto dalla costituzione, reati ambientali nel codice penale e recepimento direttive europee contro la corruzione, riforma della giustizia per accorciare i tempi del processo ( accorpando i tribunali, riformando le notifiche, eliminando un grado di giudizio), riforma del mercato del lavoro ( ammortizzatori, revisione contratti atipici), revisione normativa antimafia ( 416 ter, rito abbreviato e carcere duro 'vero'). Altra grande riforma abolizione dei conflitti di interesse ( non solo quello di Silvio) destrutturando la logica clientelare e debitoria delle società partecipate. Primarie dei candidati e codice etico, non quello approvato dalla commissione antimafia, sul quale urge una riflessione visti i risultati risibili, ma un paradigma nuovo di esclusione e inclusione della rappresentanza politica. Bisogna ripartire da informazione, ruolo della magistratura, rappresentanza e opposizioni. Sono l'architrave della democrazia, se non vogliamo che da sospesa, tra poco, ne dovremo sancire la morte.
www.federalismocriminale.it