di Paolo Martini
L??apoteosi della fine del papato ha suscitato le prevedibili e generiche critiche sugli eccessi della tv. Ma se si vuole fare una qualche riflessione serena, a menti fredde, sullo stato dell??informazione televisiva italiana, è possibile invece guardare a questi giorni constatando all??opposto le evidente carenze e deformazioni soprattutto del cosiddetto servizio pubblico radiotelevisivo. Francamente, lo spettacolo indecente non è stato l??eccesso d??attenzione, ma casomai il colpevole ritardo nelle prime ore e il carico autoreferenziale e politico delle successive programmazioni speciali. Si è detto, anche da parte di autorevoli esponenti del centrosinistra, che non era il caso, in un??occasione tanto solenne, di mettersi a polemizzare sulla televisione.
Adesso, mentre ancora si susseguono i vari speciali e le ore di ridondanti e ipocriti bla-bla nei salotti televisivi, è venuto il momento di una prima riflessione senza tanti giri di parole. Abbiamo infatti assistito in questi giorni ad alcuni sconci televisivi che non possono essere dimenticati.
1) Prima di tutto il vergognoso ritardo con cui la Rai ha dato la notizia dell??aggravarsi delle condizioni del Papa, eccezion fatta per il Tg3, il cui direttore veniva addirittura perciò rimproverato dai vertici dell??Azienda, come ricorda una nota di protesta del Comitato di Redazione datata 1 aprile 2005. Le più importanti tv di tutto il mondo, con in testa al solito la Cnn americana, avevano già cambiato programmazione, dopo che da ore circolavano notizie insistenti sull??avvenuta estrema unzione, dopo che persino le prime dichiarazioni ufficiali confermavano la gravità della situazione. Ciò nonostante il TgUno cercava in qualche modo di minimizzare la notizia, per esempio non leggendo l??inequivocabile prima dichiarazione del cardinale di Vienna Schonborn (??il Papa si sta spegnendo?) in modo che a ??Porta a porta?, invece di allestire immediatamente uno speciale sul Papa, si potesse procedere alla messa in onda della cassetta pre-registrata dell??ultimo Berlusconi-show elettorale. Lo speciale Berlusconi veniva appena interrotto da un??edizione speciale del Tg e accompagnato dalle scritte in sovrimpressione ??Trasmissione registrata alle ore 18? solo dopo che le telefonate di protesta intasavano i centralini della Rai.
2) In secondo luogo fanno impressione le carenze professionali e deontologiche di chi opera nel servizio pubblico. Giovedì sera era in onda anche la trasmissione d??informazione di Raidue ??Punto e a capo? e il vicedirettore-conduttore-autore Giovanni Masotti, d??accordo con il direttore di rete Massimo Ferrario, procedeva a non mutare di una virgola l??impostazione della puntata, dedicata nella prima parte al clima violento (sì, proprio così, violento?!?) che sarebbe stato creato da frange ovviamente della sinistra in occasione delle elezioni regionali, e nella seconda parte a celebrare la riforma governativa della patente a punti. Una troupe e l??inviato di ??Punto e a capo? erano pronti ad andare in diretta da piazza San Pietro, con la possibilità garantita di aprire il collegamento in diretta, ma sono stati lasciati a far nulla, con le motivazioni più surreali (c??è chi giura di aver sentito Ferrario affermare da bravo leghista: ??,ma queste sono cose da romani! noi del Nord siamo stufi di queste cose?). In sostanza, fino oltre la mezzanotte, Raidue ha ignorato l??agonia di Wojtyla.
3) Ed eccoci all??impostazione vergognosamente politica della copertura dell??evento, che trova il giorno dopo conferma indiretta negli eccessi di riconversione dei programmi, decisi dopo le prime proteste di politici, di associazioni come Articolo 21 e dei giornalisti del Tg3. Ci si cura persino di dare uno stop immediato e prematuro agli intervalli pubblicitari, salvo poi doverne subire una al momento più importante (Raiuno era in pausa pubblicitaria mentre usciva l??Ansa della morte del Papa). Si unificano le immagini salienti e così resteranno indimenticabili persino gli stacchi profanissimi e volgari sui volti dei politici, compreso quello del presidente candidato alla Regione Lazio, durante la solenne Santa Messa del cardinal Ruini da San Giovanni in Laterano. Sembra che invece nessuno si preoccupi dei veri e complessi obblighi connessi alla natura del servizio pubblico, comprese per esempio le sottotitolazioni per i non udenti o il rispetto per le altre confessioni religiose (vengono cancellati alcuni programmi previsti).
4) Siamo alla crisi evidente del modello talk-show, che si sostanzia nell??egemonia di Bruno Vespa e del suo modello. Una crisi riconfermata a caldo la notte del 2 aprile, con episodi inequivocabili come la ritardata messa in onda del bellissimo e commovente messaggio di Carlo Azeglio Ciampi (su Canale 5 il ricordo del presidente della Repubblica è partito tempestivamente mentre è stato trasmesso in ritardo dalla prima rete Rai!). Per non parlare dell??allucinante sceneggiata al momento dell??evento che tanto teneva il mondo in ansia: il conduttore-padrone, pur di dare in prima persona ??la? notizia, si fa bruciare sul tempo da altre reti, perché si è attardato nel passaggio tra il redattore fuori campo che urla: ??Tre stelle Ansa! Tre stelle Ansa!? e la preordinata messa in scena di un suo personale straordinario ??compimento? nell??annuncio della morte del Papa.
5) Ma ciò che forse è più importante ancora, perché si è evidenziata come l??altra faccia degli eccessi di politicizzazione, è stata l??incredibile, assurda autoreferenzialità generale dell??impianto delle varie programmazioni speciali, a modello appunto del Super-Programma di Vespa. Abbiamo così il perfetto ribaltamento della definizione classica americana dell??informazione della tv come specchio della realtà in tempo reale (la regola aurea del ??when it appen?, del mentre accade). Nel Super-Programma simil-Vespa, la realtà viene invece letteralmente sequestrata aldifuori degli studi. Il resto del talk-show preordinato e controllato serve soltanto come sfondo: che il mondo stia piangendo per il Papa, che piazza san Pietro sia il luogo collettivo di un??agonia, che ci siano insomma da mostrare fatti nuovi, e volti nuovi, e voci e grida nuove, non ha importanza. Ci sono i soliti ospiti da accomodare in poltrona, ci sono gli spezzoni di repertorio da mandare in onda, magari pure interi brani di autocitazione. Prevale sempre e su tutto ciò che accade nel salotto con le poltrone bianche, il rito officiato dal Conductactor.
La stagione dell??onnipotenza televisiva ha definitivamente lasciato il campo ad un??invadenza del mezzo sui contenuti che è ormai una forma inaccettabile di prepotenza. Ad ogni morte di Papa è la nota espressione corrente per indicare un tempo consistente: a questa morte di Papa, in Italia è finita la stagione della prepotenza televisiva.