di Antonio Forcillo
Gli allarmanti dati dell’Osservatorio di Pavia sul monitoraggio dei tg Rai, confermano che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi totalizza nel solo mese di gennaio ben 6 ore e quaranta minuti di presenza video, vale a dire il doppio degli altri leaders politici messi assieme. Anche il Presidente Napolitano, con i suoi 169 minuti, è nettamente subissato dai 402 minuti del premier (da Repubblica.it).
La Commissione di Vigilanza per la Democrazia Partecipativa – movimento astensionista per il rilancio della sovranità popolare, costantemente impegnata sul fronte della difesa dei valori della Costituzione e del pluralismo in Rai, denuncia il sempre più forte squilibrio emerso anche da questi dati soprattutto in rapporto alla realtà socio-politica attuale degli italiani, che stanno giustamente prendendo ancor più le distanze dal vergognoso teatrino politico cui sono costretti dagli organi di informazione pubblica.
La nostra classe politica di maggioranza e opposizione, complice la Rai, non vuole affatto risolvere i gravissimi problemi che attanagliano l’Italia, e dimostrazione di ciò è anche la totale e preventiva censura operata proprio dal servizio radiotelevisivo pubblico nei confronti degli astensionisti politici, ai quali non viene mai data la parola sia nei TG che in ogni altro programma di approfondimento (malgrado trattasi di soggetti che, secondo molti sondaggi, rasentano ormai il 50 per cento dell’intero elettorato).
Un servizio che si vuole definire “pubblico” dovrebbe invece non trascurare nessuna “anima” della società, sia perché al canone contribuiscono tutti, ma soprattutto perché solo così si ampliano gli stessi orizzonti dell’informazione, si combattono meglio le crisi, e si illustrano in maniera efficace quegli elementi di pluralismo che garantiscono la tenuta della democrazia e dell’intera società.
Continuando invece per questa strada, la Rai dimostra di essere sempre più un’emittente dedita esclusivamente alla propaganda e all'ulteriore rafforzamento del regime.
*portavoce Commissione vigilanza per la democrazia partecipativa