di Giorgio Santelli*
Quando nel settembre del 2009 il sito di Articolo 21 decise di cambiare casa e trasferirsi a Piazza San Giovanni presso la sede di Econews, si realizzava un percorso di collaborazione che aveva preso il via da qualche tempo. Articolo 21 conobbe professionalmente Alberto Baldazzi e Nello Trocchia quando ancora erano in forza ad Ecoradio. Poi nacque Econews, un'agenzia stampa radiofonica. Nello, Alberto e Simone era il nucleo iniziale di quell'esperienza. Una nuova agenzia stampa che nasceva e la voglia di rispondere ad un invito. "Qui c'è spazio - ci diceva Alberto - e se volete potete essere nostri ospiti". Ci pensammo un po' e poi decidemmo di accettare l'invito.
Bruna Iacopino, il nostro unico desk, lasciò Orvieto e si trasferì a Roma. Nelle prime riunioni con Econews arrivò una ulteriore offerta. L'agenzia aveva pochi mesi e vi era la necessità di farla conoscere. Articolo 21 era debole sul fronte audio. Si accetto quindi con entusiasmo l'idea di aprire uno spazio, su Articolo 21, dedicato ad alcune notizie audio che Econews avrebbe pubblicato. Unico scambio possibile era quello di rilanciare parte del loro lavoro attraverso il web, compresi gli aggiornamenti dei loro Gr, distribuiti ad un gruppo di radio italiane. E la collaborazione cominciò. E si estese anche ad alcuni giornalisti di quella testata che, in modo volontario, come tutti i collaboratori di Articolo 21, cominciarono a pubblicare pezzi sul nostro portale.
Nello Trocchia, sulle vicende di mafia e criminalità - in modo particolare. Simone Luciani. sui temi della laicità. Fu lui a fare una bellissima intervista a Beppino Englaro, premiato da Articolo 21 nel 2010 per il suo impegno civile e per una grande battaglia a difesa della laicità e della libertà di scelta legata al fine vita.
Poi le cose, ad Econews, cominciano ad andare male. I tagli all'editoria che minano le piccole aziende editoriali, comprese le agenzie di stampa radiofoniche. Parte la solidarietà ma la crisi è forte. E' quella prima fase in cui parte un progetto lanciato poco prima dell'assemblea nazionale di Articolo 21 ad Acquasparta. E' il periodo in cui alcuni Tg manipolano le notizie, parlano di assoluzione anzichè prescrizione. C'è l'esigenza di un Osservatorio sui Tg, per comprendere come il flusso quotidiano delle notizie viene letto dai principali Tg generalisti. Articolo 21 lancia l'idea e un gruppo di volontari, tra cui collaboratori di Articolo 21 e collaboratori di Econews, decidono di far partire l'Osservatorio in audio e on line in forma telematica. 180 numeri nel 2010 e poi, la ripartenza, nel 2011 a febbraio. E' di nuovo Alberto Baldazzi che a febbraio del 2010 ci dice: "L'osservatorio facciamolo qui. Abbiamo i mezzi per farlo". E quel che mancava lo abbiamo portato noi.
Difficile per noi di Articolo 21 assistere a quella crisi. Alcuni lavoratori perdono il proprio posto di lavoro. Io sono convinto che non ci siano responsabilità dirette dell'editore, di Alberto Baldazzi che personalmente io faccio fatica a considerare un editore di quelli che licenzia. Ci mette i soldi suoi e, quando la situazione peggiora, tenta di prolungare l'agonia per dare modo a due giornaliste di concludere il praticantato, perchè almeno questa esperienza riuscisse a produrre qualche risultato. Il taglio completo dei fondi dell'editoria per quella struttura condanna l'azienda alla chiusura. Solidarietà e poi cassa integrazione in deroga.
Con Nello Trocchia e con Simone Luciani i rapporti sono proseguiti per un po'. Più a lungo con Nello che ancora collabora, qualche volta, con Articolo 21. Lui conosce la storia dell'associazione e noi la sua, quella di cronista impegnato. Più volte con Simone e con Nello abbiamo parlato della crisi di Econews prima che si consumasse definitivamente. Ma erano discussioni tra colleghi, non tra lavoratori ed Articolo 21. Ma tra Nello, Simone, Giorgio e Stefano.
Quando Econews di fatto chiude, ci siamo interrogati come Articolo 21 sul che fare. Non c'era molta voglia nel riprendere l'Osservatorio sui Tg. Arriva una proposta da Alberto Baldazzi che con un'associazione di giornalisti (Ecosistema Informazione) chiede ad Articolo 21 e a Reporter Senza Rete che avevano collaborato all'Osservatorio, la possibilità di proseguire quell'esperienza. Chiede ad Articolo 21 la possibilità di pubblicare comunbque l'Osservatorio su Articolo 21.
Rispondiamo di si e, sempre nella logica di volontariato, chiediamo ai soci di Articolo 21 e di Reporter Senza Rete che, se lo vogliono, possonono ancora contribuire volontariamente e personalmente alla realizzazione dell'Osservatorio. E così viene fatto dalla metà di febbraio. Poi si parte con l'organizzazione della manifestazione del 12 marzo. Articolo 21 chiede la disponibilità di una sala in quella struttura, sapendo che è libera e chiede a Baldazzi, che ne è proprietario, l'utilizzo in cambio di una serie di servizi che verranno pagati (telefono, fax, apparati per la registrazione di interviste). In quella sede sono arrivati volontari di molte associazioni che hanno contribuito alla manifestazione del 12 marzo. In quella sede si è stabilito l'Ufficio stampa che per 15 giorni ha promosso l'iniziativa.
Ad una riunione ha partecipato anche Santo della Volpe. La riunione di scaletta. E' li che ha letto il nome Econews sulla porta. E forse per questo, non conoscendo i rapporti in essere e la situazione, ha ringraziato Econews dal palco del 12. Un errore. Che ha scatenato la polemica. Quel che accadrà non lo so.
So che è strano che nè Nello nè Simone abbiano alzato il telefono per capire che cosa era successo o che cosa stava succedendo. So che è strano che Simone Luciani deciva di scrivere quella lettera non a noi, o a tutti i giornali ma solo a Il Giornale, Libero e Panorama. So che è strano che abbiano mischiato quel che è stata la presenza di Articolo 21 in quella struttura e la storia di Econews. so che è strano e anche malizioso creare questo strano legame. Ci vedo anche qualcosa che ha a che vedere con la diffamazione nei confronti di Articolo 21. E ci vedo anche, questo a livello personale, un forte accanimento nei confronti di Alberto Baldazzi.
Ovviamente ogni lavoratore che perde il lavoro cerca responsabilità nel datore di lavoro. L'hanno fatto loro. L'ho fatto anche io in passato, quando chiuse il mio giornale ed ero fiduciario di redazione. Mi ricordo ancora il tempo passato a seguire le pratiche per ottenere la disoccupazione per tutti i colleghi, nonostante quel ruolo non mi spettasse. E non lasciai il mio posto fino a quando non mi si disse che la disoccupazione c'era e veniva erogata. Ed ero comunque arrabbiatissimo con l'editore.
Era saltato il posto fisso, l'idea di uno stipendio sicuro. Mi ero sposato da poco, avevo un mutuo da pagare. E ovviamente cerchi un capro espiatorio, anche se sai che la sua responsabilità è minima. E' normale. Ma al mio editore di allora riconosco il coraggio di aver fatto impresa editoriale quando fare impresa in questo mondo è difficile. Riconosco al mio editore di aver fatto fare il praticantato a 7 giornalisti che arrivavano dalla gavetta. Riconosco il fatto che investì dei soldi e che quell'impresa andò male. E che di soldi ne rimise parecchi. Quando lo incontro lo ringrazio. Come ogni giornalista che ha faticato il praticantato per anni e anni ringrazierebbe chi gli ha dato questa possibilità.
Quiesto non significa che Baldazzi debba essere ringraziato. La mia conoscenza della vicenda si ferma alla cassa intergrazione in deroga. E se così è stato, se si è arrivati a questa situazione, l'editore ha fatto il massimo che poteva fare: garantire un'uscita non traumatica da un'azienda che chiude perchè non ci sono più i soldi. Se c'è dell'altro non lo so. E come non lo so io non lo sa nemmeno Articolo 21, che non è un sindacato dei giornalisti ma un'associazione per la difesa dell'Articolo 21 della Costituzione. Ecco. Posso dire che dentro Econews l'Articolo 21 della Costituzione non è mai stato colpito. Questo lo so per certo.
Se all'interno di quella struttura, in ogni caso, ci fossero state delle violazioni nei confronti dei lavoratori, non c'è dubbio che Articolo 21 starà dalla loro parte. Come ha fatto sempre per tutti i giornalisti italiani. E dalla parte loro ci sarà ognuno di noi.
*portavoce di Reporter Senza Rete