Articolo 21 - Editoriali
Talk show: non si può far votare al Parlamento atti già dichiarati illegittimi
di Fulvio Fammoni
Non si può chiedere al Parlamento o ad una Commissione parlamentare di votare un provvedimento illegittimo.
Il TAR e poi il Consiglio di Stato hanno già dichiarato illegittimo il precedente provvedimento sul blocco dei talk show. Si sono pronunciati su un ricorso di operatori privati, non potendo farlo sul provvedimento della commissione di vigilanza su cui, come hanno affermato, non hanno giurisdizione.
Ma il merito e il principio sono identici e quindi gli emendamenti presentati vanno dichiarati su questa base illegittimi.
Si produrrebbe altrimenti una mostruosità giuridica e politica.
Il Parlamento che approva atti di merito già dichiaratamente illegittimi. L'Autorità per le Comunicazioni fuori gioco nell'estendere per ragioni di antidiscriminazione il provvedimento ai privati.
Una TV pubblica in cui per tutta la campagna elettorale risulterebbe preponderante un ruolo di TG nei quali, basta guardare le rilevazioni, la presenza della maggioranza di governo è del tutto preponderante. Ma anche una RAI già in crisi che perderebbe ulteriori incassi e accentuerebbe la disaffezione dei suoi ascoltatori.
Tv private, di cui è in gran parte proprietario il Presidente del Consiglio, invece completamente libere.
Ma queste sarebbero le ricadute politiche. La premessa è che non si può far votare al Parlamento atti già dichiarati illegittimi dal TAR e dal Consiglio di Stato e per questo da dichiarare inammissibili nella Commissione di Vigilanza o, in ultima istanza, da parte dei Presidenti delle Camere.
Il TAR e poi il Consiglio di Stato hanno già dichiarato illegittimo il precedente provvedimento sul blocco dei talk show. Si sono pronunciati su un ricorso di operatori privati, non potendo farlo sul provvedimento della commissione di vigilanza su cui, come hanno affermato, non hanno giurisdizione.
Ma il merito e il principio sono identici e quindi gli emendamenti presentati vanno dichiarati su questa base illegittimi.
Si produrrebbe altrimenti una mostruosità giuridica e politica.
Il Parlamento che approva atti di merito già dichiaratamente illegittimi. L'Autorità per le Comunicazioni fuori gioco nell'estendere per ragioni di antidiscriminazione il provvedimento ai privati.
Una TV pubblica in cui per tutta la campagna elettorale risulterebbe preponderante un ruolo di TG nei quali, basta guardare le rilevazioni, la presenza della maggioranza di governo è del tutto preponderante. Ma anche una RAI già in crisi che perderebbe ulteriori incassi e accentuerebbe la disaffezione dei suoi ascoltatori.
Tv private, di cui è in gran parte proprietario il Presidente del Consiglio, invece completamente libere.
Ma queste sarebbero le ricadute politiche. La premessa è che non si può far votare al Parlamento atti già dichiarati illegittimi dal TAR e dal Consiglio di Stato e per questo da dichiarare inammissibili nella Commissione di Vigilanza o, in ultima istanza, da parte dei Presidenti delle Camere.
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