Articolo 21 - Editoriali
Su Econews una discussione che induca ciascuno ad autocritica
di Ambra Murè
Intervengo solo ora in questo dibattito e lo faccio anch’io, come Nello, superando una certa naturale riservatezza. Lo faccio perché sono stata uno dei pezzi del puzzle di Econews e penso di avere il diritto di dire la mia. Lo faccio perché penso che sia utile ricostruire il mio percorso all’interno dell’azienda. E soprattutto perché mi auguro che questa discussione pubblica induca ciascuno a una sana autocritica.
Comincio subito col dire che sono rimasta francamente stupita dall’acrimonia che traspare qui e là nell’intervento di Giorgio Santelli. E che mi sento di rispedire al mittente, almeno per quanto mi riguarda, le (velate?) accuse di “diffamazione nei confronti di Articolo 21” e “accanimento nei confronti di Alberto Baldazzi”.
Per quanto riguarda Articolo 21, credo che lo stupore e la delusione di Simone e di tutti noi per quell’errore commesso involontariamente (così almeno sostiene Santelli e io non ho ragioni per non credere alla sua ricostruzione dei fatti) dal palco della manifestazione testimonino semmai tutta la nostra fiducia nell’associazione.
Con la quale, chi più chi meno, tutti abbiamo collaborato e condiviso pensieri e battaglie.
Per quanto riguarda invece Alberto Baldazzi, chi parla di “accanimento” finge di ignorare i dettagli di una storia che invece dovrebbe conoscere molto bene, non foss’altro perché, come peraltro si riconosce esplicitamente, la sede di Econews è stata anche per un certo tempo la sede di Articolo 21.
Ad Alberto Baldazzi personalmente devo molto. Non da ultimo il fatto di avermi offerto un contratto di praticantato in un momento già difficile per l’azienda e di far fatto il possibile per farmelo concludere. Se oggi sono una giornalista professionista lo devo anche a lui.
Credo però sia giusto distinguere l’aspetto umano da quello imprenditoriale e ammettere che, come editore, Alberto Baldazzi ha compiuto molti errori. Alcuni di questi, ritengo, sono imputabili a una mancanza di trasparenza da parte sua. Altri derivano da “sviste” imprenditoriale. Altri, certamente, da cause esterne a lui e a tutti noi.
In conclusione, aggiungo che non ho condiviso del tutto la scelta del mio ex collega e amico Simone, soprattutto per le ripercussioni che ha avuto su altri ex colleghi e amici ancora legati a Baldazzi e ad Articolo 21. Mi chiedo però: come mai la sua lettera, per quanto critica, ha suscitato un tale putiferio nell’associazione e come mai il mio ex editore ha chiuso in fretta e furia la sua sede? Proprio in nome della stima reciproca, credo sarebbe il caso di spiegarlo. Proprio per evitare che, ancora una volta, la mancanza di trasparenza dia adito a ingiusti sospetti.
Comincio subito col dire che sono rimasta francamente stupita dall’acrimonia che traspare qui e là nell’intervento di Giorgio Santelli. E che mi sento di rispedire al mittente, almeno per quanto mi riguarda, le (velate?) accuse di “diffamazione nei confronti di Articolo 21” e “accanimento nei confronti di Alberto Baldazzi”.
Per quanto riguarda Articolo 21, credo che lo stupore e la delusione di Simone e di tutti noi per quell’errore commesso involontariamente (così almeno sostiene Santelli e io non ho ragioni per non credere alla sua ricostruzione dei fatti) dal palco della manifestazione testimonino semmai tutta la nostra fiducia nell’associazione.
Con la quale, chi più chi meno, tutti abbiamo collaborato e condiviso pensieri e battaglie.
Per quanto riguarda invece Alberto Baldazzi, chi parla di “accanimento” finge di ignorare i dettagli di una storia che invece dovrebbe conoscere molto bene, non foss’altro perché, come peraltro si riconosce esplicitamente, la sede di Econews è stata anche per un certo tempo la sede di Articolo 21.
Ad Alberto Baldazzi personalmente devo molto. Non da ultimo il fatto di avermi offerto un contratto di praticantato in un momento già difficile per l’azienda e di far fatto il possibile per farmelo concludere. Se oggi sono una giornalista professionista lo devo anche a lui.
Credo però sia giusto distinguere l’aspetto umano da quello imprenditoriale e ammettere che, come editore, Alberto Baldazzi ha compiuto molti errori. Alcuni di questi, ritengo, sono imputabili a una mancanza di trasparenza da parte sua. Altri derivano da “sviste” imprenditoriale. Altri, certamente, da cause esterne a lui e a tutti noi.
In conclusione, aggiungo che non ho condiviso del tutto la scelta del mio ex collega e amico Simone, soprattutto per le ripercussioni che ha avuto su altri ex colleghi e amici ancora legati a Baldazzi e ad Articolo 21. Mi chiedo però: come mai la sua lettera, per quanto critica, ha suscitato un tale putiferio nell’associazione e come mai il mio ex editore ha chiuso in fretta e furia la sua sede? Proprio in nome della stima reciproca, credo sarebbe il caso di spiegarlo. Proprio per evitare che, ancora una volta, la mancanza di trasparenza dia adito a ingiusti sospetti.
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