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Articolo 21 - Editoriali
Tremaglia, Ciampi e il 25 aprile
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di Stefano Marcelli

Ho una domanda che mi sta fissa in testa per questo 25 aprile. E mi urge anche un appello. La domanda la vorrei rivolgere  a chi sostiene unâ??equivalenza fra gli italiani che sessantâ??anni fa si schierarono con gli Alleati contro i Nazifascisti e liberarono il Paese fondando poi questa nostra Repubblica.

Non la posso rivolgere al nostro Presidente Silvio Berlusconi che ritiene il 25 aprile solo una festività sul calendario, utile solo per ritirarsi in una villa per trattare affari pubblici o privati. Non mi darebbe ascolto. La rivolgo allora a Mirko Tremaglia, che come ministro della Repubblica rappresenta lo Stato e credo abbia una maggiore sensibilità sullâ??argomento.

La domanda è la seguente : â?? In cosa, a che titolo, ritenete di aver servito la Patria schierandovi dalla parte dei Nazisti ( occupanti ) con un rimasuglio irriducibile di un sanguinario regime che dopo ventâ??anni stava crollando, continuando a sparare ( e torturare, stuprare, ecc. ) contro quella parte di italiani che invece era insorta accanto agli alleati per conquistare la libertà ?â?.

E a che titolo sostenete che i repubblichini sarebbero uguali a coloro ( militari e partigiani) che si batterono per lâ??Indipendenza nazionale, la Democrazia e la Libertà?

I morti sono tutti uguali, dicono reduci dellâ??RSI e i loro antichi e recenti supporter storiografici. Eâ?? vero, i morti sono tutti uguali nella natura umana che ne definisce lâ??essenza e garantisce loro una pietas universale. Ma questa natura umana non garantisce loro né la vita eterna e il perdono divino e tanto meno il giudizio  accondiscendente della Storia.

Storicamente non è praticabile lâ??indifferenza e nemmeno una sorta di indulgenza plenaria . I fatti sono fatti. Giuseppe Corti, il padre di mia madre, era un contadino con vaghe idee socialiste. Benché timorato di Dio, tanto che riforniva le suore di clausura del Convento di Santa Marta sulle colline di Firenze. Volevano che si iscrivesse al Partito Nazionale Fascista. Ma lui aveva la testa dura e rispose di no . E continuò a dire no finché i manganelli non gli sfondarono i polmoni. Morì a cinquantâ??anni lasciando soli una moglie e tre figli. Una storia di dolore, povertà ( ma anche dignità) che è lâ??unico patrimonio rimasto a quella famiglia.

Mio padre a diciassette anni si unì alle formazioni partigiane che liberarono Firenze. Un giorno rifiutò di fucilare due ragazzi della RSI più giovani di lui. Il commissario politico fece mettere lui al muro. Uscì vivo per miracolo. Mi ha insegnato due cose : che la libertà è un bene supremo e altrettanto la vita umana.

Ora Lei vorrebbe che io dicessi ai miei figli che i loro nonni e bisnonni erano uguali ai loro carnefici? Mi consenta di invitarLa rispettosamente a vergognarsi e di trasmettere questo sentimento ai parlamentari della Sua parte che intendono equiparare queste due parti dellâ??Italia. Sbagliare è certo umano , ma la vita e la Storia danno lâ??opportunità di ammettere lâ??errore e ottenere quindi rispetto e anche perdono. Ma chi continua ad avere torto e pretende di aver ragione a ogni costo è rimasto fascista e merita una condanna senza attenuanti.

Provate a chiedere a George W. Bush, a Jacques Chirac, a Tony Blair  o a qualunque altro Capo di Stato democratico come giudica questo revisionismo storico , se è disponibile a mettere i propri caduti della Seconda Guerra Mondiale sullo stesso piano di quelli dellâ??Asse .Lâ??esclusione dellâ??Italia dalle celebrazioni dello sbarco in Normandia mi sembra sia stata una risposta chiara e fin troppo brutale.

Lâ??appello vorrei invece rivolgerlo al nostro Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi .  

â? Signor Presidente , Lei che in quei momenti tragici scelse davvero la Patria e la Libertà ( come Karol Wojtyla), per questo 25 aprile tenga la schiena dritta ( come giustamente dice sempre a noi giornalisti) e pretenda un poâ?? di silenzio da parte di coloro  che vogliono sfuggire al peso delle proprie colpe . Sotto i verdi prati che ora la primavera risveglia ci sono tante persone perbene che finalmente riposano in pace. Non permetta che se ne turbi il sonno".

Saluto, rispettosamente, con quello che spesso fu il grido con cui molti di loro scelsero di morire per la Patria:

Viva la Repubblica, Viva lâ??Italia.

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