di Stefano Mencherini
â??Dopo che alcune televisioni italiane hanno deciso giustamente
di rompere la censura sul film di Theo Van Gogh, ucciso da estremisti islamici, eâ?? ora di mostrare anche lâ??altra faccia della medaglia: quella che dimostra come dopo lâ??undici settembre si eâ?? scatenata in Italia una vera e propria guerra preventiva, a colpi di atti razzisti, leggi e decreti, verso alcune etnie di religione musulmana. Il film-inchiesta Mare nostrum, da oltre due anni censurato preventivamente da tutte le televisioni italiane, denuncia le torture e le sevizie che sarebbero avvenute nel Centro di permanenza temporanea di Lecce â??Regina pacisâ? (il primo e il piuâ?? grande Cpt italiano, una Guantanamo in versione tricolore) nel novembre del 2002, ai danni di 17 magrebini liâ?? internati, dove dopo alcuni pestaggi ai reclusi sarebbe stata fatta ingoiare con la violenza carne di maiale cruda (era anche periodo di Ramadan) in spregio alla loro religione. Il centro era diretto allora da don Cesare Lodeserto, oggi agli arresti con reati gravissimi, e retto, unico caso in Italia,dalla Curia locale con la supervisione di monsignor Cosmo Ruppi, arcivescovo di Lecce e presidente della Cei di Puglia. Ma non finisce qui. Le durissime testimonianze raccolte allâ??interno del film-inchiesta che ha denunciato per primo lâ??incostituzionalitaâ?? della legge contro lâ??immigrazione denominata Bossi-Fini, dimostrano quali altre nefandezze siano state compiute ai danni di altri cittadini e cittadine di religione islamica, alimentate sicuramente da paure e fobie antimusulmane.
Quindi le tivuâ?? italiane inizino a rompere la censura anche su Mare nostrum e permettano ai cittadini italiani di rendersi conto di come, anche per responsabilitaâ?? diretta di una legge della Repubblica, ai cittadini musulmani e agli immigrati in genere sia possibile calpestare diritti umani, religiosi e civili senza che quasi nessuno faccia nulla per impedirloâ?