Articolo 21 - Editoriali
Estate freschi
di Enzo Costa
Le parole dell’estate sono state “L’Italia finisce male, prepariamoci alla Padania”, espettorate da Bossi in uno dei suoi comizi vacanzieri con vista gestacci e uso pernacchie. Per la disinvolta rispolveratina di un tormentone (la secessione): come se i Righeira re-intonassero Vamos a la playa spacciandolo per un pezzo nuovo. E per il refrain: la Nazione che governiamo sta fallendo, festeggiamo la nazioncina. Come se un ct fresco di clamorose disfatte con la Nazionale esultasse perché prima o poi allenerà la squadretta del paesello. L’immagine dell’estate è stato Berlusconi in Sardegna che, dopo aver illustrato la manovra appoggiandosi ad un gorilla in uno struscio fra ali di cronisti e bagnanti in bermuda, “commentava” la proposta del Pd di far pagare chi aveva goduto dello scudo fiscale: mormorii criptati, sguardo fisso e spento, seduto in auto, aggrappato alla portiera come Francesca Bertini si aggrappava alla tenda. Il sottostante predellino piangeva.
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