Tg2: meglio Masi oggi che Petruni (o Sechi) domani

 “La redazione del Tg2 denuncia la grave situazione in cui si trova da sei mesi, priva di un direttore con pieni poteri. Per questo rifiuta categoricamente la possibilita' di un terzo incarico ad interim, sia pure mascherato; rigetta l'ipotesi di un direttore esterno, vero controsenso nel momento di crisi economica che la Rai attraversa. La redazione chiede al Consiglio d'Amministrazione Rai un direttore che non sia estraneo alla storia della testata”.
Così iniziava, qualche giorno fa, un comunicato del Comitato di redazione del giornale al quale ho dedicato vent'anni della mia vita professionale, dalla fondazione del '76 al '96. Purtroppo la storia della testata,  pur con i suoi alti e bassi dal punto di vista qualitativo, riflette quella delle tutele politiche a cui la lottizzazione la espone in assenza di una seria emancipazione del servizio pubblico.
Dire, come aggiunge nel suo comunicato il cdr, che “negli ultimi tre mesi, il Tg2 ha offerto un prodotto equilibrato, completo e di servizio pubblico”, non è davvero sostenibile, almeno per me che malgrado tutto continuo ancora a vederlo tutte le sere. Basta confrontare lo spazio dedicato ad approfondire i temi della crisi economica e occupazionale o delle vicende giudiziarie relative al mondo politico con quello assegnato alla cronaca nera, “quisquilie e pinzillacchere” di vario genere o raccontini d'appendice che poco o nulla hanno a che vedere col giornalismo. Guardandolo subito dopo il tg diretto e condotto da Mentana non è difficile fare il conto delle omissioni e delle parzialità dell'uno e dell'altro.
Ciò detto non posso non essere solidale con i colleghi in questa loro battaglia, sia pure di retroguardia. Se la redazione del TG2 domanda oggi compatta al consiglio di amministrazione della RAI di poter continuare a lavorare con il direttore ad interim Marcello Masi è probabilmente perché i nomi che si fanno per la nuova nomina (Susanna Petruni e Mario Sechi o il direttore della TGR alla vigilia del suo pensionamento) la farebbero precipitare dalla padella nella brace. Per questo i colleghi chiedono di mettere da parte le logiche partitiche e di assegnare al TG2 un direttore con pieni poteri: “ no a un terzo interim, sia pure mascherato. No a un direttore esterno che in un momento di crisi economica della RAI sarebbe uno scandalo. No a un direttore estraneo alla storia della nostra testata”.
Il segretario dell’Usigrai Carlo Verna  commenta: “davanti al cavallo di viale Mazzini manifestano giornaliste e giornalisti con le più diverse storie professionali, spesso contrapposti nei congressi della Fnsi e dell’Usigrai e con idee politiche estremamente variegate, uniti nel segno dell’autonomia. Si tenga conto di tutto ciò, questo è un fatto nuovo per la Rai e oso dire un piccolo laboratorio per il Paese”
Pare che il tg2 abbia chiesto anche un incontro di conciliazione  in vista di uno sciopero, ma l'azienda ha risposto infastidita che considera  quelle richieste  un'intromissione. “I vertici aziendali – si legge in una nota – pur nel rispetto delle valutazioni del Comitato di Redazione del Tg2, rivendicano il loro ruolo di editore e, nell’esclusivo interesse dell’Azienda, sceglieranno nei tempi dovuti una professionalità adeguata per la guida della testata”. Perché affrettarsi a un compromesso tra  consiglieri quando è tanto più facile tenere sotto tiro una direzione provvisoria?
Del resto, per avere un direttore con  i pieni poteri basta e avanza l'articolo sei del contratto nazionale giornalistico. Quello che conta è piuttosto il mandato che il direttore e la sua redazione ricevono, se sarà ancora frutto di una lottizzazione oppure, finalmente, di una RAI restituita al servizio pubblico. Con questo obbiettivo, che alcuni di noi perseguono invano da decenni, saremo a fianco dei colleghi nel presidio annunciato per mercoledì prossimo, in concomitanza con la riunione settimanale del CdA, davanti alla sede RAI di Viale Mazzini.

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