di redazione
Si apre una settimana di mobilitazione per i lavoratori della Rai riuniti sotto la sigla “La Rai siamo noi”. A partire da oggi pomeriggio è infatti convocato un presidio dalle ore 16 alle 19 davanti alla sede Rai di Viale Mazzini, in concomitanza all'incontro tra Il DG e le OO.SS. Dei lavoratori.
La mobilitazione proseguirà per tutta la settimana con altri presidi di fronte alle diverse sedi, tutti i giorni fino a venerdì. Per il mercoledì il coordinamento dei lavoratori Rai lancia invece “Digiunerai” lo sciopero della mensa “...contro la fame di risorse e futuro”.
La protesta è volta a respingere, si legge sul sito di La Rai siamo noi “...qualsiasi piano industriale che preveda tagli di personale, esternalizzazioni di parti dell’azienda (raiway, settore abbonamento, settori della produzione), qualsiasi piano industriale che non indichi subito il rilancio
aziendale e del servizio pubblico.”
Per questo, con un volantino diffuso in questi giorni i lavoratori chiedono il sostegno e la collaborazione dei cittadini in quanto “titolari di un abbonamento radiotelevisivo” affinchè il servizio pubblico torni ad essere tale.
Il testo del volantino:
"Tutti noi siamo editori della Rai, in quanto titolari di un abbonamento radiotelevisivo, tutti lo paghiamo, e tutti abbiamo il dovere di pretendere che la missione di servizio pubblico della Rai venga rispettata e garantita!
Vi invitiamo a chiedere con noi una radio e una televisione pubblica migliore: trasparente, libera, credibile, indipendente, nella quale tutti noi possiamo nuovamente riconoscerci!
I lavoratori della Rai, ignorati dai loro stessi vertici aziendali, vogliono unirsi ai cittadini abbonati , per dar vita a un movimento civile in difesa del servizio pubblico radiotelevisivo affinche’ sia strumento democratico, indipendente, libero e competitivo.
Alla luce degli scandalosi comportamenti dei vertici Rai ci sentiamo in dovere di prendere le distanze dalla loro cieca sudditanza al potere partitico.
Vi chiediamo solidarieta’ per contrastare il lento e spietato declino del servizio pubblico sia nell’informazione, che nell’intrattenimento, che nella cultura.
Le sedi regionali e i centri di produzione vengono lasciati morire, le trasmissioni televisive del servizio pubblico si appiattiscono per fini chiaramente antiaziendali, i programmi sgraditi ad alcune parti politiche spariscono, sempre piu’ pressante e’ diventata l’esternalizzazioni di settori vitali aziendali e si umiliano le risorse umane migliori.
Noi lavoratori della Rai – i cui stipendi variano dagli ottocento ai duemila euro! - pretendiamo rispetto e non accettiamo di assistere inerti al suicidio della nostra azienda. lanciamo con i cittadini tutti una sfida: riprendiamoci la Rai!
Rai di tutti, dei piu’!"