Articolo 21 - Editoriali
Lettera a Napolitano: perchè le chiamano morti bianche?
di Marco Bazzoni*
Egregio Presidente della Repubblica, il 25
Novembre 2011, c'ero anche io a Campello sul
Clitunno, quando il sindaco Paolo Pacifici, ha
letto il suo messaggio inviato al sindaco, in
occasione del 5 anniversario della strage della
Umbria Olii di Campello sul Clitunno, dove il 25
novembre 2006 morirono carbonizzati 4 operai.
Ho apprezzato molto il suo messaggio, che è stato
molto applaudito dalla sala, dove c'erano molte persone.
Anche io la penso come lei, queste non sono mai
delle tragiche fatalità, e ci deve essere
l'impegno di tutti, perchè ci sia più sicurezza sul lavoro.
Io sono anni che mi batto perchè aumenti anche la
sensibilità, su un dramma troppo spesso
dimenticato come quello delle morti sul lavoro,
chiamate, ancora da troppi, molti, in modo
ipocrita "morti bianche" o tragiche fatalità.
Spero che il suo forte messaggio venga raccolto
in primis dai mezzi d'informazione, che hanno il
dovere morale di parlarne sempre e comunque.
Anche ieri, dopo il suo forte messaggio, dopo
quello lanciato dal sindaco di Campello Pacifici
e dall'On Beppe Giulietti a non chiamarle più
"morti bianche" e tragiche fatalità, c'erano
molti mezzi d'informazione, che persistevano a chiamarle così.
Se lei, caro Presidente Napolitano, potesse fare
un appello a non chiamarle più neanche "morti
bianche", gliene sarei davvero molto grato.
I primi ad essergliene grati sarebbero i
familiari delle vittime del lavoro, che ogni
volta, che sentono chiamare le morti sul lavoro
con il termine "morti bianche", si sentono insultati e indignati.
Con il termine "morti bianche" si vuole sminuire
queste morti, quasi non ci fosse un responsabile,
quando un responsabile c'è sempre, a volte più di uno.
Il motivo per cui ero a Campello, è perchè sono
arrivato secondo al concorso giornalistico
"Tornare a casa dal lavoro", nella categoria
junior (aspiranti giornalisti, scrittori,
collaboratori), con la lettera "Le chiamano morti
bianche", pubblicata dall'associazione Articolo 21:
Le chiamano "morti bianche"...
di Marco Bazzoni*
Le chiamano "morti bianche", come avvenissero senza sangue.
Le chiamano "morti bianche", perchè l'aggettivo
bianco allude all'assenza di una mano
direttamente responsabile dell'accaduto, invece
la mano responsabile c'è sempre, più di una.
Le chiamano "morti bianche", come fossero dovute
alla casualità, alla fatalità, alla sfortuna.
Le chiamano "morti bianche", ma il dolore che fa
loro da contorno potrebbe reclamare ben altra sfumatura cromatica.
Le chiamano "morti bianche" per farle sembrare candide, immacolate,
innocenti.
Le chiamano "morti bianche", tanto non meritano
che due righe sui quotidiani, si e no una citazione nel telegiornale.
Le chiamano "morti bianche", per evitare che si parli di omicidi sul lavoro.
Le chiamano "morti bianche", bianche come il
silenzio, come l'indifferenza che si portano dietro.
Le chiamano "morti bianche", ma non sono
incidenti, dipendono dall'avidità di chi si
rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro.
Le chiamano "morti bianche", un modo di dire
beffardo, per delle morti che più sporche di così non possono essere.
Le chiamano "morti bianche", ma sono il risultato
dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dove la
vita non ha valore rispetto al profitto.
Le chiamano "morti bianche", ma sono tragedie
inaccettabili per una paese che si definisce
civile, che non può permettersi di avere tutte queste morti sul lavoro.
Le chiamano "morti bianche", ma in realtà sono
nere, non solo perchè ogni morte è "nera" ma
perchè spesso, quasi sempre, le vittime non
risultano nemmeno nei libri paga dei loro
"padroni" : padroni della loro vita. E della loro morte.
Le chiamano "morti bianche", ma sono un emergenza
nazionale, anche se c'è chi dice che sono in
calo, senza rendersi conto che i dati sulle morti
sul lavoro sono fortemente sottostimati, e che se
calo c'è è dovuto principalmente alla crisi economica.
Le chiamano "morti bianche", un eufemismo che
andrebbe abolito, perchè è un insulto ai familiari e alle vittime del
lavoro.
Le chiamano "morti bianche", ma quanto tempo
passerà ancora perchè vengano chiamate con il loro vero nome?
Novembre 2011, c'ero anche io a Campello sul
Clitunno, quando il sindaco Paolo Pacifici, ha
letto il suo messaggio inviato al sindaco, in
occasione del 5 anniversario della strage della
Umbria Olii di Campello sul Clitunno, dove il 25
novembre 2006 morirono carbonizzati 4 operai.
Ho apprezzato molto il suo messaggio, che è stato
molto applaudito dalla sala, dove c'erano molte persone.
Anche io la penso come lei, queste non sono mai
delle tragiche fatalità, e ci deve essere
l'impegno di tutti, perchè ci sia più sicurezza sul lavoro.
Io sono anni che mi batto perchè aumenti anche la
sensibilità, su un dramma troppo spesso
dimenticato come quello delle morti sul lavoro,
chiamate, ancora da troppi, molti, in modo
ipocrita "morti bianche" o tragiche fatalità.
Spero che il suo forte messaggio venga raccolto
in primis dai mezzi d'informazione, che hanno il
dovere morale di parlarne sempre e comunque.
Anche ieri, dopo il suo forte messaggio, dopo
quello lanciato dal sindaco di Campello Pacifici
e dall'On Beppe Giulietti a non chiamarle più
"morti bianche" e tragiche fatalità, c'erano
molti mezzi d'informazione, che persistevano a chiamarle così.
Se lei, caro Presidente Napolitano, potesse fare
un appello a non chiamarle più neanche "morti
bianche", gliene sarei davvero molto grato.
I primi ad essergliene grati sarebbero i
familiari delle vittime del lavoro, che ogni
volta, che sentono chiamare le morti sul lavoro
con il termine "morti bianche", si sentono insultati e indignati.
Con il termine "morti bianche" si vuole sminuire
queste morti, quasi non ci fosse un responsabile,
quando un responsabile c'è sempre, a volte più di uno.
Il motivo per cui ero a Campello, è perchè sono
arrivato secondo al concorso giornalistico
"Tornare a casa dal lavoro", nella categoria
junior (aspiranti giornalisti, scrittori,
collaboratori), con la lettera "Le chiamano morti
bianche", pubblicata dall'associazione Articolo 21:
Le chiamano "morti bianche"...
di Marco Bazzoni*
Le chiamano "morti bianche", come avvenissero senza sangue.
Le chiamano "morti bianche", perchè l'aggettivo
bianco allude all'assenza di una mano
direttamente responsabile dell'accaduto, invece
la mano responsabile c'è sempre, più di una.
Le chiamano "morti bianche", come fossero dovute
alla casualità, alla fatalità, alla sfortuna.
Le chiamano "morti bianche", ma il dolore che fa
loro da contorno potrebbe reclamare ben altra sfumatura cromatica.
Le chiamano "morti bianche" per farle sembrare candide, immacolate,
innocenti.
Le chiamano "morti bianche", tanto non meritano
che due righe sui quotidiani, si e no una citazione nel telegiornale.
Le chiamano "morti bianche", per evitare che si parli di omicidi sul lavoro.
Le chiamano "morti bianche", bianche come il
silenzio, come l'indifferenza che si portano dietro.
Le chiamano "morti bianche", ma non sono
incidenti, dipendono dall'avidità di chi si
rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro.
Le chiamano "morti bianche", un modo di dire
beffardo, per delle morti che più sporche di così non possono essere.
Le chiamano "morti bianche", ma sono il risultato
dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dove la
vita non ha valore rispetto al profitto.
Le chiamano "morti bianche", ma sono tragedie
inaccettabili per una paese che si definisce
civile, che non può permettersi di avere tutte queste morti sul lavoro.
Le chiamano "morti bianche", ma in realtà sono
nere, non solo perchè ogni morte è "nera" ma
perchè spesso, quasi sempre, le vittime non
risultano nemmeno nei libri paga dei loro
"padroni" : padroni della loro vita. E della loro morte.
Le chiamano "morti bianche", ma sono un emergenza
nazionale, anche se c'è chi dice che sono in
calo, senza rendersi conto che i dati sulle morti
sul lavoro sono fortemente sottostimati, e che se
calo c'è è dovuto principalmente alla crisi economica.
Le chiamano "morti bianche", un eufemismo che
andrebbe abolito, perchè è un insulto ai familiari e alle vittime del
lavoro.
Le chiamano "morti bianche", ma quanto tempo
passerà ancora perchè vengano chiamate con il loro vero nome?
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