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Articolo 21 - Editoriali
Il veto di Obama sulla "SOPA"
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di "Il caffè di Graziella" blogger

Le reazioni violente che hanno attraversato tutto il mondo, contro il Disegno di Legge SOPA e i suoi collegati PIPA E OPEN, hanno raggiunto, in questi giorni, anche la Casa Bianca, tramite una petizione firmata sul sito ufficiale.
I sostenitori della libertà di Internet, tra i quali si è distinta la EFF (Electronic Frontier Foundation), che difende i diritti di ognuno di noi nel mondo digitale, e anche le aziende Web, tra cui Google, Yahoo e Facebook, ed altri, avevano sostenuto che tali Disegni di Legge, se approvati, avrebbero soffocato l'innovazione e avrebbero soppresso la libertà di parola.
Infatti, la "disposizione" che richiedeva ai fornitori di Internet di bloccare i siti web che avessero violato il copyright, è stata uno degli aspetti più controversi del Disegno di Legge.

La risposta del Presidente agli oppositori del disegno di legge non si è fatta attendere, ed è comparsa sul sito ufficiale della Casa Bianca.

Il Presidente ha lasciato intendere che avrebbe posto il veto contro la Legge ed i suoi derivati, sulla base di concetti cardini che possono essere riassunti, come segue:"Una Legge che combatta, giustamente, la pirateria online nei paesi esteri, non soggetti alla legislazione americana, comunque, dovrà, nel contempo, difendere un Internet libero, aperto e democratico, basato, cioè, sui valori:della libera espressione, della privacy, della sicurezza e della innovazione.
Il messaggio rivolto alle forze politiche e al Senato americano è stato forte e chiaro ed ha provocato una ondata di sollievo nella opinione pubblica mondiale.

Il Presidente, infatti, nel ribadire la serietà del problema della pirateria online, posto dai possessori dei copyright, ha affermato, anche, che l'apertura, la neutralità, la disponibilità di Internet sono problemi sempre più centrali per l'innovazione nelle imprese, per il governo e per la società, e quindi, tali valori devono essere, assolutamente, protetti.
Una Legislazione equa, ha proseguito il Presidente, per minimizzare questo rischio, deve focalizzarsi esclusivamente sulle "attività criminali" che danneggiano l'economia americana, e minacciano posti di lavoro per un numero significativo di lavoratori della classe media, facendo male ad alcune delle aziende più creative e innovative della nazione; ma tale Legge, non deve assolutamente colpire gli "intermediari" di Internet.
Secondo Obama, colpire, infatti, gli "intermediari" di Internet, come le reti pubblicitarie online, sistemi di pagamento, o motori di ricerca, a causa della concessione di una troppo ampia libertà ai possessori dei copyright, potrebbe, innanzitutto, incoraggiare un ingiustificato contenzioso e potrebbe scoraggiare la nascita e la crescita di imprese innovative; poi, potrebbe creare nuovi rischi per la sicurezza informatica, basata sul DNSSEC, che sono una serie di specifiche dell'IETF (un consesso di tecnici di aziende, del mondo accademico, della ricerca; è formato da gruppi di lavoro che studiano i protocolli per l'unitarietà della rete) necessarie per garantire la sicurezza e l'affidabilità delle informazioni fornite dai sistemi DNS (Domain Name Sistem), comunemente usati sulle reti funzionanti tramite IP (Internet Protocol); infine potrebbe interrompere, anche, l'architettura di base di Internet,
Tale attività, prosegue il Presidente, nel mentre non eliminerebbe totalmente la pirateria in rete oltre i confini degli USA, potrebbe, invece, spingere gli utenti verso server inaffidabili e potrebbe implementare i DNSSEC a rischio."

Questa l'analisi del Presidente di una grande Nazione che, della libertà, ha fatto il suo vessillo più importante, più degli affari e della difesa dei diritti privati.

Il Presidente, però, non ha solo svolto una seria analisi sul problema, avvalorando, per altro, le tesi di quanti si oppongono all'approvazione della Sopa e dei suoi derivati, così come sono state scritte, ma ha invitato tutti, legislatori, comitati di protesta, associazioni nazionali ed anche semplici cittadini a dare il loro contributo pubblico per la risoluzione del problema del copyright, ribadendo che tale risoluzione deve contemperare, altresì, le esigenze di libertà e di innovazione che rappresentano, unitamente ad altri valori, lo stereotipo della società americana.
I concetti chiave che ha usato il Presidente, nell'invito, sono stati quelli di evitare di appiattirsi solo su sterili proteste, e piuttosto, di contribuire a fare quello che è giusto ed opportuno per la Nazione, al fine di eliminare la piaga della pirateria online.
Si è rivolto, infine, anche ai creatori di contenuti e ai fornitori di piattaforme Internet, invitandoli a lavorare insieme, e ad adottare "misure volontarie" e migliori pratiche per ridurre la pirateria online.
In conclusione, in linea con il pragmatismo americano, ha dichiarato che se tutti dessero il loro contributo al dibattito ideologico, la Nazione se ne avvantaggerebbe anche in campo commerciale, in quanto sicuramente da esso scaturirebbe una implementazione del know-how di settore.

Queste le argomentazioni di Obama, dalle quali trarre molti spunti di riflessione anche sulla classe politica americana che, spinta dai forti interessi delle Lobby, non sempre è all'altezza del suo compito.

Per noi invece questa lezione di democrazia è un vero toccasana che rafforza le nostre convinzioni, e che ci spinge a combattere sempre in difesa dei valori consolidati e imperniati sui diritti fondamentali dell'uomo, in primis, "la libertà" nel senso più ampio della parola.

Comunque, pur se, nel frattempo, la SOPA e i sui derivati sono stati accantonati per permettere le audizioni e le acquisizioni dei contributi dei vari comitati di protesta, da parte nostra, anche dopo una tale vittoria di civiltà, è necessario non abbassare il livello di guardia sull'argomento, vista la oramai cronica debolezza della Politica mondiale nei confronti dei comitati di affari.

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