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Articolo 21 - Editoriali
Mobina, la voce alla radio che cambia l’Afghanistan
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di redazione*

Mobina, la direttrice di Rabia Balkhi Radio in Afghanistan, una delle prime stazioni radiofoniche indipendenti dell’Afghanistan dopo la caduta del regime talebano, si batte per l’emancipazione femminile e per i diritti delle donne afghane.
Grazie all’associazione ActionAid, ha seguito un corso per diventare consulente paralegale, ora dà il suo supporto  attraverso la radio, per combattere le ingiustizie ed incoraggiare le donne afghane a rivendicare i propri diritti. “L’analfabetismo è la regola. Soprattutto per le donne. Volevo raggiungere e parlare al maggior numero possibile di afghane. Per questo motivo l’idea della radio mi sembrava la più indicata” spiega Mobina.
Trasmette da Mazar–i Sharif a nord dell’Afghanistan, il suo programma radiofonico Mani Aperte raggiunge oltre 300.000 persone, in gran maggioranza donne. Mobina aiuta con coraggio migliaia di donne e ragazze, raccontando le violenze che patiscono, le condizioni in cui vivono nell’Afghanistan di oggi, descrivendo la vita reale delle donne afghane che subiscono violenza domestica, fisica e psicologica, matrimoni forzati, umiliazioni, soprusi, abusi e privazioni. Offre consigli su come affrontare le difficoltà, diffonde la storia di chi ha vinto le proprie battaglie,  dona sostegno a chi ne ha bisogno e fa capire alle donne che non sono sole.
In radio Mobina racconta la storia di Lamia. “In Afghanistan più la famiglia è povera, prima le figlie femmine devono andarsene di casa. Lamia ha 55 anni. La sua famiglia l’ha costretta a sposarsi quando ne aveva 11. Ha dovuto subire tre matrimoni forzati, il fratello la considera poco più di una merce di scambio. E’ tre volte vedova e ha 4 figlie, la prima è stata portata via dalla famiglia del primo marito. Non l'ha mai più rivista. La seconda è morta dandosi fuoco. Non poteva più sopportare le violenze del marito. La terza  ha avuto quattro figli, ma nessuno di loro è sopravvissuto. Sono morti tutti appena nati. L’ultima è sposata con un uomo che la tratta come una schiava. Questo significa essere donna in Afghanistan. Senza un uomo che ci protegge, per noi donne la vita è un inferno. Oggi Lamia sa di non essere più sola.”
“Sono determinata a continuare la mia battaglia radiofonica per il cambiamento. Voglio che i diritti di noi donne afghane siano riconosciuti.” dice Mobina.  La storia di Mobina è raccontata insieme ad altre nel libro Il diritto di cambiare, curato dall’associazione ActionAid, un testo che mette in luce le analogie tra i problemi e le buone pratiche nei Paesi in via di sviluppo e in Italia. “L’integrità fisica delle donne come presupposto per il pieno riconoscimento dei loro diritti è uno dei temi raccontati e analizzati nel libro, insieme a tematiche quali il diritto al cibo, quale mezzo indispensabile per la sussistenza e la trasparenza dell’azione di governo, come prerequisito per una reale partecipazione cittadina alla vita politica del paese” spiega ActionAid.
La voce di Mobina ha raggiunto anche l’Italia: fino all’8 marzo si può seguire sulla pagina Facebook di ActionAid Italia, su www.actionaid.it o su Twitter , ogni mercoledì e venerdì con replica il sabato e la domenica.
Si può supportare Mobina scrivendo un proprio messaggio  di sostegno alle donne afghane online. I messaggi più belli saranno letti da lei durante le trasmissioni. In questo modo, le donne afghane potranno sentire che la solidarietà e la spinta al cambiamento arrivano anche dall’Italia.

*campagna Actionaid

Per info e approfondimenti  http://www.actionaid.it/

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