di Gennaro Carotenuto*
Sono stati identificati con le prove del DNA, dopo 64 anni, i resti di Placido
Rizzotto, partigiano (fu presidente dell’ANPI a Palermo), militante socialista e
della CGIL, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, sequestrato,
assassinato, infoibato il 10 marzo 1948 e fino ad oggi desaparecido.
Placido era in prima fila nelle lotte per la terra e perciò la mafia, con la
collusione dei latifondisti e dello stato che aveva permesso Portella della
Ginestra, lo assassinò e fu sempre impedito di fare giustizia. Con l’assassinio di
Placido Rizzotto e di centinaia di altri lottatori sociali e con l’impunità
garantita dalle coperture statali, con l’oggettiva, organica alleanza tra mafia e
conservazione, si sono risolti i conflitti sociali, per la terra, per il lavoro, e
alla Sicilia e al meridione è stato impedito progresso, giustizia sociale e
sviluppo.
Adesso Placido, al quale dal 2001 è intitolata la cooperativa Libera Terra a
Corleone, che semina nelle terre recuperate alla mafia il suo ricordo e la sua
battaglia di dignità e giustizia, avrà una degna sepoltura. Ma giustizia ci
sarebbe dovuta essere 64 anni fa per Placido e noi possiamo solo guardare indietro
ai 64 anni rubati a lui e alla sua terra.
*http://www.gennarocarotenuto.it