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Articolo 21 - Editoriali
L'informazione dall'Europa continua ad essere drogata
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di Piero Badaloni

Sono passati quasi due anni, da quando venni sostituito come capo dellâ??ufficio di corrispondenza della RAI, a Bruxelles. non mi si riteneva abbastanza â??affidabileâ? (politicamente), per seguire il semestre di presidenza italiana dellâ??unione europea che stava per cominciare. Un semestre che si aprì con la ormai tristemente famosa frase del cavalier Berlusconi (â??siete turisti della democraziaâ?), rivolta a metà del parlamento europeo, reo di non averlo applaudito, dopo il discorso di investitura. Quella frase però, i telespettatori italiani non la udirono nei servizi del tg1. Ne vennero a conoscenza solo i lettori dei quotidiani, il giorno dopo. ai tanti colleghi stranieri increduli, che dopo la messa in onda del telegiornale, nella sala stampa del parlamento, mi chiesero perché era stata tagliata quella frase dal servizio, dovetti spiegare più volte che câ??era stato un cambiamento di rotta nellâ??informazione da Bruxelles e che non ero più io il responsabile dellâ??ufficio.

Sono passati quasi due anni da allora, dicevo allâ??inizio, il semestre italiano di presidenza è terminato da un pezzo, ma debbo constatare con amarezza che lâ??informazione sulle vicende dellâ??Europa continua ad essere â??drogataâ?. La questione assume ora unâ??importanza particolare, perché purtroppo lâ??Unione sta vivendo uno dei suoi momenti più delicati, dopo il doppio no alla nuova costituzione da parte della maggioranza dei cittadini olandesi e francesi, nel referendum che si è appena tenuto e, soprattutto dopo il fallimento del vertice dei 25 capi di governo della comunità, chiamati a trovare una soluzione alla crisi. Forse sarebbe il caso di cominciare a far capire ai telespettatori che pagano regolarmente un canone, come stanno realmente le cose a Bruxelles, qual è la posta in gioco, chi spinge per mantenere in vita gli ideali di fondo che portarono alla nascita dellâ??unione cinquantâ??anni fa, e chi invece questa Europa la vuole soffocare, indebolire, ridurre a semplice zona di libero scambio.

E sarebbe anche utile far capire da che parte sta lâ??Italia in questo momento così delicato, se con quelli che la vogliono far crescere, diventare un soggetto politico forte, in grado di competere con gli Stati Uniti e con i giganti emergenti del pianeta globalizzato, dalla Cina allâ??India, oppure con quelli che la vogliono allargare sempre di più ( vedi lâ??apertura alla Turchia), per farla diventare, come dice con una efficace metafora Ezio Mauro, direttore di Repubblica, unâ??Europa pizza, dai bordi sempre più larghi, quindi apparentemente grande, ma con il centro, dove risiedono le istituzioni comunitarie, sempre più fragile e lontano. Se non si da unâ??informazione corretta sul drammatico bivio al quale è arrivata lâ??unione, se non si fa capire perché non è più in grado di dare risposte efficaci ai nuovi bisogni dei cittadini europei e di chi è la colpa, il rischio è di finire per lâ??ennesima volta tutti manipolati dal â??grande fratelloâ? che anche in Europa, oltre che in casa nostra, vuole decidere per noi cosa è giusto e cosa non è giusto, a seconda dei suoi interessi.          

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