Articolo 21 - Editoriali
Pensare a Samir Kassir nel giorno in cui acquistano concretezza i suoi sogni
di Ferdinando Pellegrini
Ci piange letteralmente il cuore pensare a Samir Kassir, assassinato per le sue idee, nel giorno in cui gran parte dei suoi sogni sembrano acquistare concretezza. La sua lotta contro la presenza siriana, le sue aspirazioni per un libano autonomo, il suo senso di democrazia che travalicava i credo religiosi o le appartenenze etinche sono lo specchio in cui si sta svegliando il suo paese all'indomani delle elezioni, e lui non e' qui' a vederlo, a goderlo.Samir non era solo un collegha giornalista, era molto di piu' per il Libano, non era solo uno scrittore o un docente universitario, era anche un'anima critica ed inquieta alla ricerca di equilibri diversi, di uno spirito diverso che pervadesse non solo il libano ma la regione araba nella sua interezza. Non e' stata la sola vittima della faticosa ricerca della democrazia in questo paese, certo, ma e' un altro pezzo di lotta, un'altro punto di riferimento che se n'e' andato a dispetto dei tanti scritti, delle tante battaglie per la liberta' di stampa e d'espressione, delle tante lotte per la liberta' cosi' come dovrebbe essere intesa. Oggi il Libano che sognava Samir sta prendendo forma.Ci vorra' ancora tempo, ci vorranno ancora compromessi.Una strada ancora lunga da percorrere prima che i retaggi degli errori coloniali, degli orrori della guerra civile, delle contrapposizioni create ad arte o spontanee ( ma spesso innaturali) tra religioni, fedi, etnie possano essere superate.Ma il cammino e' stato tracciato; non ci sono folgori sulla via di Damasco, ma solo presa di coscienza della fondamentale regola della convivenza. La sua voce, i suoi scritti, le sue analisi mancheranno a quanti si stanno battendo per una modernita' che non rinnega le radici, la sua eredita' tuttavia non andra' persa, almeno fin quando in piazza dei Martiri ci sara' qualcuno pronto ancora a rivendicare qualcosa, qualunque cosa.
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