di Sigfrido Ranucci
Giustizia dopo 60 anni. E?? questo il significato del lungo applauso dei sopravvissuti e dei parenti delle oltre 560 vittime della strage nazista di Sant'Anna di Stazzema, che ha accolto la sentenza del giudice del tribunale militare competente di La Spezia, il quale ha condannato all' ergastolo dieci ex militari tedeschi delle ss, al comando di Gerard Sommer , autori della carneficina compiuta il 12 agosto 1944, nel paesino toscano. Si e?? chiuso così un processo durato più di tre anni che ha vissuto anche momenti di grande emotività come quando alla fine dell' appassionata requisitoria del pubblico ministero De Paolis, un lungo applauso liberatorio era partito dal pubblico giunto dalla Toscana che aveva seguito il processo con le lacrime agli occhi nel rivivere a distanza di sessant'anni i momenti terribili che hanno modificato il corso della loro vita personale e quella di un intero paese. Il magistrato nelle sue requisitorie ha ricordato, con documenti e testimonianze faticosamente messi insieme, 'l'efferatezza e la violenza'' della strage nella quale sono stati trucidati dagli ex militari delle SS della 16/a divisione Panzergrenadier, oltre 560 tra donne, bambini e anziani, una divisione che lascia una lunga scia di sangue durante i rastrellamenti sull'Appennino Tosco- Emiliano. Il testimone tedesco, ex militare, Adolf Beckert ha ammesso di aver visto con i suoi occhi commilitoni tedeschi sparare su donne, bambini e anziani. Ha raccontato di essere stato in una posizione seminascosta, alla fine della piazza della chiesa di Sant??Anna, di aver sentito il parroco che invitava tutti a pregare, di aver visto la gente, costretta a inginocchiarsi, fucilata mentre pregava. E quei corpi furono anche bruciati. Incendiati con le panche della chiesa, per nascondere quell??atroce strage. Solo in quel punto sono stati ritrovati 120 teschi. E pensare che in alcuni verbali militari dell??epoca, l??eccidio di sant??anna era stato semplicemente descritto come un??operazione di ??disinfestazione delle stalle?.
Eppure nel suo insieme la vicenda di Stazzema sembra una storia di fantasmi. Fantasma e?? il paese, ormai praticamente vuoto, la cui memoria e?? alimentata dal Museo, curato da uno dei pochi sopravvissuti della strage, Enio Mancini. Era bambino all??epoca ed e?? stato salvato dalla pieta?? di un tedesco che ha preferito sparare in aria dopo averlo guardato negli occhi. Perche?? ci sono anche dei brandelli di pieta??, in questa storiaccia. Fantasmi sono i condannati: Ludwig Goring (unico fra tutti gli imputati ad avere ammesso, in Germania, di aver sparato su numerose donne), Gerard Sommer, Alfred Schoneberg, Karl Gropler, Horst Richter, Ludwig Sonntag, Alfred Concina, Werner Bruss, Georg Rauch, Heinrich Schendel, perche?? non si sono mai visti al processo, non hanno visto le facce dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime. Non hanno visto la faccia di Ilde Guadagnucci, che chiedeva giustizia per la morte della sorellina Bianca, che nel 1944 non aveva nemmeno 10 anni; o quella Maria , Giampaolo e Antonio Baldassari, parenti della famiglia Meneguzzo, che venne sterminata in localita' Mulina, nella notte, mentre ancora i nazisti salivano a Sant'Anna. Un fatto che e?? stato interpretato da molti come la conferma che la strage fosse premeditata, visto che in quella abitazione c'erano nove persone civili e nessun partigiano. Eppure tutti vennero fucilati senza pieta'. C'era anche, particolare raccapricciante, un bambino che aveva appena un anno di vita, e non venne risparmiato. Non hanno visto neppure la faccia di Siria Pardini, che allora aveva nove anni, ricorda bene il corpo della mamma morta, che il padre compose in salotto, appena passati i nazisti: ''Eravamo nove figlioli, ma si andava gia' a dare una mano nell'uliveto, a quei tempi si lavorava presto. Mia a sorella piu' grande aveva solo 18 anni, Cesira. Siamo rimasti vivi in quattro- ha detto Siria- la strage e' accaduta tanti anni fa, ma non possiamo dimenticare perche' il male che e' stato fatto e' troppo grande. Ogni volta che ne riparliamo, e' come scavare nel sangue".
Invece i fantasmi delle vittime dell??Olocausto si devono essere materializzati nella mente di Federica Eminente, l'avvocato di origini ebraiche, difensore di Ludwig Sonntag, scoppiata in lacrime dopo aver chiesto l??assoluzione per il suo assistito, davanti ai parenti delle vittime che non nascondevano la sofferenza provocata da chi tentava di giustificare l'azione efferata della strage. Prima di accettare l??incarico, l??Eminente aveva meditato a lungo per problemi di coscienza. Ma fantasmi sono anche altri sospettati di aver partecipato alla strage di Stazzema: alcuni italiani fascisti che non e?? stato possibile processare perche?? morti di vecchiaia nel loro letto.
E già perche?? la giustizia per loro e?? arrivata tardi. Anzi non e?? mai arrivata perchè il processo e?? cominciato solo tre anni fa, non ostante il fatto che un fascicolo su questa strage, nel quale era stata gia?? scritta la verita?? sui responsabil, era stato aperto nell??immediato dopoguerra. Ma una mano l??ha nascosto, insieme agli oltre 600 fascicoli riguardanti le altri stragi, nell??ormai tristemente famoso armadio della vergogna. Quell??armadio che per cinquant??anni ha celato a Palazzo Cesi, sede della magistratura militare a Roma, la verità sugli eccidi nazifascisti che provocarono la morte di oltre 10 mila civili. Fino a quando cioe?? lo trovo??, nel corso delle indagini sull??eccidio delle Fosse Ardeatine, il procuratore militare Antonino Intelisano. E?? grazie a quel ritrovamento che si e?? fatto il processo di Sant??Anna. Ma per ordine di chi furono nascosti quei fascicoli nell??armadio , e soprattutto per ordine di quale autorita??politica, il 14 gennaio del 1960 ( giorno del compleanno di Giulio Andreotti), furono illegalmente archiviati dall??allora Procuratore Generale militare, Remo Santacroce, non e?? stato ancora scoperto. Forse anche qui si tratta di fantasmi. Ma anche su questa vicenda, sulla quale sta indagando una commissione parlamentare, si attende che sia fatta giustizia, perche?? una risposta a quei diecimila morti, ma soprattutto ai vivi, prima o poi bisognerà pur darla.