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Articolo 21 - Editoriali
La Rai alla guerra dei programmi. I diritti della Champions, le interviste di Annunziata. Ma chi sostituirà Bonolis?
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di Roberto Cotroneo

da L'Unità

I PEZZI GROSSI, e più appetibili per gli inserzionisti, sono rimasti taciuti nella presentazione dei palinsesti Rai, ieri a Cannes: poche novità, la Rai va sul sicuro confermando i programmi che vanno bene, l'informazione resta ingessata con Vespa 4x4, su RaiTre,
oltre al riconfermato Ballarò rientra Lucia Annunziata con interviste domenicali. Primo omissis, per non condizionare i ritocchi alla trattativa: la Champions League è «presa» a Viale Mazzini, dicono a mezza bocca, ma con soddisfazione, i dirigenti. Lunedì il Cda è convocato di prima mattina, alle 8,30, per chiudere la trattativa con la Uefa, ma l'accordo è praticamente fatto: la Rai si sarebbe aggiudicata in chiaro la partita del mercoledì; l'ordine tassativo è che venga trasmessa su RaiUno alle 20,30; l'offerta sarebbe di 35 milioni di euro, bisogna vedere se con i diritti anche per il digitale terrestre. La partita del martedì l'ha «presa» Sky, Mediaset si vede sfilare la gara che per anni ha trasmesso senza concorrenza.
Il secondo «omissis» fra i palinsesti presentati ieri al Palais du cinema è il buco nero dell'eredità di Bonolis a "Affari tuoi", programma di punta nel 2004 perché RaiUno arrivasse al 25,7% di share. «Scavicchi ma non apra»: con la battuta del conduttore romano se l'è cavata il direttore di RaiUno, Fabrizio Del Noce, per non rispondere alle domande di Milly Carlucci in professionale veste di presentatrice dei prodotti Rai. Fazio o non Fazio, Fiorello o Pieraccioni... Del Noce il nome non lo ha e non rivela chi sta facendo i "provini". Ma le resistenze a Fazio non sono politiche: «Cosa c'entra la politica con i pacchi?», taglia corto. Batti e ribatti resterà a Berti: perché, sostiene Del Noce, non ha raccolto troppe proteste.
I palinsesti sembrano piacere ai pubblicitari presenti a Cannes. La Rai non ha volato alto, è rimasta ancorata al prodotto collaudato: molta fiction, molti film, nessuna grande novità sull'intrattenimento a parte Rockpolitik di Cementano, Panariello a Sanremo, il format made in Usa su RaiDue: "Disperate Housewives" (casalinghe disperate, che Serena Dandini suggerisce di rifare usando casalinge italiane, idea accolta con entusiasmo da Agostino Saccà, direttore di RaiFiction.
Insomma, se la sera prima, nel galà con i pubblicitari e un Gigi Proietti mattatore spompato (da troppa fiction?) si percepiva l'assenza della testa del Cavallo, ora l'azienda Rai sembra voler dimostrare che è una macchina che funziona, nonostante risenta di crisi e bizze politiche: Giancarlo Leone, direttore di RaiCinema, ricorda che «in 15 anni abbiamo cambiato 10 presidenti e 15 Dg, ma l'azienda ha i suo anticorpi». «Una squadra di professionisti che ha consentito la straordinaria continuità», afferma Mario Bianchi, presidente Sipra.
L'orgoglio della famigliola Rai? Forse. Il direttore generale, Flavio Cattaneo, si è collegato in video da Saxa Rubra, dolorante per l'ernia: un discorso «aziendalista» per il Dg che in due anni ha palesemento eseguito un mandato politico. In uno scambio di affettuosità con Curzi («Vedete? Dicono che se non si è vecchi non si può fare il presidente. Eppure io sto con le stampelle, Curzi invece salta come un fringuello»). Cattaneo si autocandida alla riconferma: «Il palinsesto è solido rispetto al giugno 2003, l'azienda è sana, aggressiva e competitiva, il bilancio è forte, senza pazzie economiche».
Il consigliere Ds Carlo Rognoni si augura che vengano presi i diritti dei Mondiali 2010, ma sembra soddisfatto: «Un palinsesto fortissimo, l'effetto pubblicitario è positivo, anche se l'informazione è ripetitiva», punto chiave da «riequilibrare» in vista dell'anno elettorale: «Mi piacerebbe che Michele Santoro, che sa fare la tv, tornasse su RaiUno o RaiDue». Santoro? «Per me è un deputato europeo, vedremo», chiude Giovanna Bianchi Clerici, consigliera leghista. A Cannes, ieri, anche Angelo Maria Petroni.

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