Articolo 21 - Editoriali
RAI: Il Palinsesto dell'ipocrisia, dell'autocensura e dell'esplusione
di Giuliano Santelli
La RAI a Cannes si presenta ai pubblicitari, ma è come se si presentasse anche al suo pubblico, e alla classe politica del paese. I toni usati nei comunicati e nelle interviste sono quelli di una congiuntura limpida in cui i palinsesti sono rinnovati, equilibrati, rappresentano la realtà e gli interessi del paese.
La realtà è ben diversa: il palinsesto presentato a Cannes è la rappresentazione dell'ipocrisia, dell'autocensura e la conferma che la lunga lista degli espulsi di autori, scrittori, giornalisti: Biagi, Santoro, Luttazzi, Beha, Fini..., è ancora in vigore e che i diktat politici hanno la meglio sulle qualità professionali.
"Una grande azienda poggia le sue prospettive sulla credibilità - ha spiegato Cattaneo - mantenendo ciò che promette e non promettendo ciò che non può mantenere". Cattaneo non spiega quali siano le promesse che l'azienda ha mantenuto: non certo quelle nei confronti del pubblico televisivo e dell'opinione pubblica ha cui è mancata e continuerà a mancare anche nella prossima stagione la voce e le opinioni di chi ha dimostrato di non essere asservito a logiche di parte.
Se la RAI, come affermano i suoi roboanti comunicati, ha vinto i periodi di garanzia, ovvero quei periodi che servono a misurare nel mondo della pubblicitĂ i risultati di pubblico, ha perso altre garanzie: quella del pluralismo, della democraticitĂ , della varietĂ e qualitĂ dei programmi.
Ci auguriamo che il Consiglio di Amministrazione finita la kermesse pubblicitaria inizi ad analizzare seriamente la situazione, Molti sono i punti sensibili: classe dirigente dell'Azienda con i clamorosi inserimenti di uomini dell'azienda concorrente Mediaset e l'accantonamento di dirigenti e funzionari sgraditi, i fondi per la produzione di programmi e le clamorose sperequazioni che privilegiano alcuni programmi e impediscono il rinnovo dei palinsesti, in generale una televisione che rappresenta poco e male gli interessi del paese.
Quale impatto culturale e produttivo la RAI, maggiore azienda culturale italiana, ha sul paese e sulle giovani generazioni?
Articolo 21 rilancia l'appello per far rientrare nei palinsesti gli esclusi. Le oltre 30000 firme e quelle che si continueranno a raccogliere costituiscono la punta dell'iceberg di una opinione pubblica che pretende una RAI libera e pluralista.
La realtà è ben diversa: il palinsesto presentato a Cannes è la rappresentazione dell'ipocrisia, dell'autocensura e la conferma che la lunga lista degli espulsi di autori, scrittori, giornalisti: Biagi, Santoro, Luttazzi, Beha, Fini..., è ancora in vigore e che i diktat politici hanno la meglio sulle qualità professionali.
"Una grande azienda poggia le sue prospettive sulla credibilità - ha spiegato Cattaneo - mantenendo ciò che promette e non promettendo ciò che non può mantenere". Cattaneo non spiega quali siano le promesse che l'azienda ha mantenuto: non certo quelle nei confronti del pubblico televisivo e dell'opinione pubblica ha cui è mancata e continuerà a mancare anche nella prossima stagione la voce e le opinioni di chi ha dimostrato di non essere asservito a logiche di parte.
Se la RAI, come affermano i suoi roboanti comunicati, ha vinto i periodi di garanzia, ovvero quei periodi che servono a misurare nel mondo della pubblicitĂ i risultati di pubblico, ha perso altre garanzie: quella del pluralismo, della democraticitĂ , della varietĂ e qualitĂ dei programmi.
Ci auguriamo che il Consiglio di Amministrazione finita la kermesse pubblicitaria inizi ad analizzare seriamente la situazione, Molti sono i punti sensibili: classe dirigente dell'Azienda con i clamorosi inserimenti di uomini dell'azienda concorrente Mediaset e l'accantonamento di dirigenti e funzionari sgraditi, i fondi per la produzione di programmi e le clamorose sperequazioni che privilegiano alcuni programmi e impediscono il rinnovo dei palinsesti, in generale una televisione che rappresenta poco e male gli interessi del paese.
Quale impatto culturale e produttivo la RAI, maggiore azienda culturale italiana, ha sul paese e sulle giovani generazioni?
Articolo 21 rilancia l'appello per far rientrare nei palinsesti gli esclusi. Le oltre 30000 firme e quelle che si continueranno a raccogliere costituiscono la punta dell'iceberg di una opinione pubblica che pretende una RAI libera e pluralista.
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