di Nella Condorelli
Hanno votato più donne che uomini, con uno scarto a favore del voto femminile di 400.000 schede. Eâ?? più studentesse che studenti, visto che il â??votante-tipoâ? che emerge dallo studio dettagliato del â??chi è andato alle urneâ? per il referendum sulla procreazione assistita, commissionato dal Coordinamento Donne DS, mette in luce unâ??elevata partecipazione di studentesse universitarie.
Anticipati brevemente ieri, da Barbara Pollastrini, nel corso dei lavori del Coordinamento Nazionale Donne Democratiche di Sinistra, i dati completi di questo studio saranno diffusi durante la Festa Nazionale dellâ??Unità delle Donne che aprirà i battenti a Pisa, sabato prossimo, 1 luglio. Ma intanto, ieri, queste anticipazioni hanno fornito un ulteriore elemento certo al dibattito che ha riunito a Roma i coordinamenti donne regionali per analizzare tanto il mancato raggiungimento del quorum, regione per regione, quanto gli scenari generati dallâ??astensione generalizzata dal voto.
Si sono dunque, e innazitutto, confrontate sulle ragioni della sconfitta, cause, effetti ed errori, le donne DS, animatrici principali della battaglia referendaria, ma pur senza fare sconti a nessuno, dirigenze locali di partito comprese, hanno rivendicato tanto la giustezza dellâ??impegno politico contro una legge sbagliata e pericolosa come la legge 40, quanto la necessità di continuare il dibattito innescato dal referendum nella società italiana, su temi complessi quali quelli sintetizzati dalla relazione tra scienza ed etica, libertà e responsabilità . Quindi, tra i valori fondanti la modernità nel Terzo Millennio, in un contesto nazionale che riflette quello internazionale, dominato da inquietudini e da paure che la globalizzazione moltiplica, favorendo lâ??espandersi di risposte integraliste ai bisogni collettivi.
Tutti gli interventi, dalla relazione introduttiva di Pollastrini, a quelli delle coordinatrici regionali (voto deludente alla Sicilia che non regge il confronto con la media elevata registrata nellâ??altra isola, la Sardegna), a quello dello stesso segretario Fassino, presente ai lavori, si sono dunque articolati intorno a questi grandi temi della contemporaneità - la questione della laicità dello stato ed il rapporto tra etica, scienza e politica -, lascito del voto referendario o meglio della massiccia astensione. Ciascuna e ciascuno, con un occhio alla trama sociale di unâ??Italia a macchia di leopardo, che rivela fianco a fianco modernità consapevoli ed arcaiche sudditanze, e lâ??altro alle politiche dellâ??Unione ed ai principi alla base del programma elettorale prossimo venturo.
â?? Ci sono momenti in cui è meglio perdere per i valori che perdere i valori. Ci sono anche sconfitte che aiutano ad investire sul futuro.â?. Partendo da queste riflessioni, quasi due slogan che molti interventi successivi hanno fatto propri, la relazione di Pollastrini ha affrontato la questione scienza ed etica allargandola al rapporto tra identità , laicità dello stato e virtù della repubblica, intesa come res publica.
E se la sconfitta è stata certa, è altrettanto certo anche un altro risultato: il Paese uscito dal referendum è un Paese più ricco sul piano del dibattito culturale, e non diviso tra guelfi e ghibellini, come forse in molti avrebbero voluto. Grazie alla battaglia referendaria, â??condotta dalle donne in condizioni difficili, spesso senza mezzi, talvolta in solitudine anche dentro alcune sedi di partitoâ?, si è riusciti a parlare della scienza e della ricerca, del progresso e dei suoi fantasmi, anche in questa Italia tradizionalmente lontana dalla cultura scientifica, ripiegata su mille problemi di vita quotidiana, invasa da Grandi Fratelli, e con un sistema di media che non prevede, come in altri Paesi europei, una costante informazione scientifica.
Un risultato non da poco, che le democratiche di sinistra rivendicano ora con orgoglio. Un contributo pregevole al dibattito democratico anche con il mondo cattolico â?? che si presenta più ricco ed articolato di quel che a destra vorrebbero far credere, e con cui va approfondito il dialogo.â?.
Argomento, questo, al centro dellâ??intervento del segretario Fassino che ha anche aperto una riflessione, tutta interna al partito, su come i gruppi dirigenti intendano lâ??orizzonte della politica, che comprende sino in fondo i temi sollevati dal referendum.
Termometro dellâ??inquietudine del Paese, lâ??astensione dal voto, che il cardinale Ruini ha attribuito tout court alla supremazia della fede sulla ragione come parametro della â?? maturità del popoloâ?, necessita dunque â?? secondo le democratiche di sinistra - di diverse chiavi di lettura, per cogliere appieno lâ??articolazione plurale della società italiana. Due, gli aspetti prevalsi davanti al referendum, secondo lâ??analisi di Giorgio Tonini, senatore cattolico e democratico di sinistra. Il primo, disegna una società traversata da dubbi sul rapporto vita e scienza simili a quelli presenti in altre società occidentali. Il secondo, individua il disegno politico che si è messo â??al lavoroâ? su questa società incerta, e le sue specifiche caratteristiche: sul versante cattolico-ecclesiastico, unâ??evidente simmetria dottrinaria su temi tradizionalmente più contingui alla destra che alla sinistra; sul versante politico, lâ??utilizo di questa simmetria da parte del blocco conservatore, per conquistare unâ??identità che non ha. La conclusione, per Tonini, riporta alla centralità del Parlamento, dove su una serie di temi si può trovare una maggioranza, a prescindere dal risultato referendario.
Con unâ??avvertenza, ha puntualizzato Sesa Amici, a proposito di laicità : che si eserciti una stretta sorveglianza persino sul significato della parola, in considerazione del fatto â??che oggi, il centrodestra già pone in essere atti che limitano fortemente i poteri laici dello Stato, come se la maggioranza al governo si arrocasse la possibilità di modificare pezzi istituzionali, per sedimentare unâ??idea debole dello Stato stesso.â?.
Alla fine dei lavori del Coordinamento, tre i percorsi, due gli obiettivi, e una la sfida che le democratiche di sinistra si sono date, a partire dallâ??immediato futuro.
I percorsi: continuare la riflessione su scienza ed etica, lavorare con le giovani generazioni per creare consapevolezza sui diritti e le libertà femminili, contribuire ad evitare la saldatura di un fronte tradizionalista intorno al risultato referendario, che nasconda nei fatti la crisi del centrodestra.
Gli obiettivi: potenziare il dibattito apertosi nellâ??Unione intorno a questi temi, per stabilire valori condivisi nel programma politico da presentare allâ??elettorato prossimo venturo; sostenere la mission politica delle democratiche di sinistra che, percorrendo in lungo ed in largo il Paese ed affrontandone gli umori profondi, hanno stabilito in molte realtà relazioni profique e di prospettiva che â??non vanno disperse; al contrario, occorre che nei territori ed anche a livello nazionale si ipotizzino luoghi stabili di incontro e di confronto sui temi della bioetica e della laicità .â?. Pollastrini ha quindi lanciato la proposta di un Forum nazionale permanente, crocevia e snodo tra il pensiero laico e quello cattolico, per tenere aperto il dibattito innescato dal referendum sui grandi temi del rapporto tra etica, scienza e politica, e stimolare il contributo trasversale delle donne.
La sfida: dare radici ancora più solide al progetto politico rifomista, per mobilitare nel Paese lâ??adesione ad una politica moderna, capace di rappresentare compiutamente desideri e tensioni morali, senso laico dello stato, libertà , responsabilità e solidarietà , pluralismo delle idee, cittadinanza, democrazia.