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La storia della Vera D: nove immigrati bloccati a bordo per una settimana
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di Pina Picierno

La storia della Vera D: nove immigrati bloccati a bordo per una settimana

Una settimana rinchiusi su una nave nel porto di Napoli: è successo a nove persone, di cui cinque dichiaratesi minori, arrivate nel nostro Paese a bordo della “Vera D”, che ha toccato terra il 7 Aprile scorso. Per giorni non è stata resa nota la notizia. Non un comunicato, una conferenza stampa, una comunicazione alle associazioni campane che si occupano di accoglienza ai migranti. Nulla. Solo la protesta dei portuali, per l’improvviso trambusto causato dai controlli di polizia, ha permesso, l’11 Aprile, di far emergere la verità: sulla “Vera D” erano presenti nove immigrati. Nove ragazzi africani che la polizia portuale non voleva far scendere, ma che nessuno poteva nemmeno respingere prima degli accertamenti previsti dalla legge nazionale e internazionale sulle condizioni di salute, la presenza di richiedenti asilo o di minori di 18 anni.
La Questura ha affermato di aver emesso un decreto di respingimento, e anche questo rimane un mistero insondabile, perché i ragazzi riferiscono di non aver ricevuto alcuna notifica.
Ed è singolare davvero che nessuna associazione, tra le tante presenti sul territorio campano,sia stata coinvolta per fornire assistenza o per svolgere un ruolo di mediazione con gli immigrati. Fino all'altro giorno, solo le forze di polizia erano salite a bordo. E siccome a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca, viene da riflettere sul fatto che, forse, qualcuno voleva mettere il “silenziatore” a questa brutta storia, per permettere alla nave di ripartire in fretta, con buona pace del diritto e della tutela dei minori.
L'altro ieri, dopo molte insistenze del Partito Democratico, di associazioni, e di sindacati, uno spiraglio di luce: a tarda sera una delegazione, accompagnata da un avvocato, è salita a bordo e ha potuto accertarsi delle condizioni dei migranti. Tutti hanno formalizzato la richiesta di asilo e ieri mattina, finalmente, la svolta: i nove ragazzi scendono, toccano terra, camminano sul suolo napoletano, e si dà inizio al percorso di accoglienza previsto dalla legge in attesa di tutti gli accertamenti.

Una lunga settimana, per ottenere quello che dovrebbe essere scontato: il rispetto della legge, i diritti dell’uomo e un po’ di civiltà. Di tutto questo, fino a oggi, nemmeno una riga sui giornali: una notizia negata, ma almeno stavolta, con un quasi lieto fine.


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