da L'Unità

Il caso - Che paese delle meraviglie che è la Rai, il luogo dove tutto è possibile. Persino che il direttore generale Flavio Cattaneo (sì, il cattivissimo Cattaneo, lâ??uomo-azienda Cattaneo, lâ??architetto brianzolo con la pettinatura primi anni ottanta lunga sulla nuca) diventi il «compagno Cattaneo».
Dicono che non si parli dâ??altro nei sulfurei corridoi di Saxa Rubra e di viale Mazzini: nel gran ballo dei «riposizionamenti» pre-elettorali, a elevarsi portentoso su quelli formicolanti che già si registrano a tutte le ore in tutte le stanze (compresa quelle dei bidelli, pare), il più clamoroso (a parte Vespa, che è fuori campionato) è quello che si sta consumando ai vertici. Maestro officiante della stupefacente mutazione genetica il consigliere-presidente Sandro Curzi, il popolare tenente Kojak, che sta rivoluzionando i destini della tv di Stato. Si scrive, si dice, si mormora: Cattaneo Flavio si è «curzizzato». Flavio è contento, sinanche i sindacati arridono a Flavio, Flavio è rinato, Flavio sorride.
Pare che unâ??improvvisa armonia si sia distesa su Viale Mazzini giù giù fin nei nei meandri più oscuri di quellâ??universo parallelo che è la televisione pubblica. Le trattative al settimo piano di colui che un tempo fu lâ??orchestratore di Telekabul per mettere a segno il doppio colpaccio dei Mondiali 2010 e 2014, la Champions League strappata dagli artigli di Mediaset, persino i colloqui con la soubrette brunetta Ilaria Dâ??Amico per deciderne i destini (queste sì che son questioni serie, a casa Rai)... tutto porta a dire che il clima è cambiato.
E un buon clima, si sa, fa bene alla salute (nonostante che anche ieri sera il prime-time sia andato a Mediaset con Paperissima): per cui il bel Cattaneo si sta seriamente applicando per restare a fare il comandante in capo anche mutatis mutandis (ossia dopo le prossime elezioni), a meno di ulteriori cambi di scena.
Sì, nel paese delle meraviglie tutto è possibile. E pensare che Cattaneo fu lanciato sul dorso della megabalena-Rai come il duro voluto da An, come colui che dallâ??alto della sua funzionale graniticità allâ??interno della Cdl sembrava perfetto per smontare pezzo per pezzo la macchina della televisione di Stato tagliando lâ??ossigeno a tutto ciò che potesse sembrare vagamente creativo.
Ancor più spettacolare la mutazione considerando che è il medesimo che per i mondiali 2006 aveva nicchiato fino a mormorare democristianamente dinnanzi al disastro â??va tutto per il meglioâ??, il medesimo che ai bei tempi dello scontro frontale manca poco si menava con la presidentessa Lucia Annunziata.
Riposizionati i vertici, dovranno riposizionarsi anche le «anime belle»? Ahinoi, allâ??Unità siamo pronti: è la dura legge del mutatis mutandis.