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Articolo 21 - Libri
A schiena dritta ( di Pietro Orsatti)
A schiena dritta ( di Pietro Orsatti)

di Pietro Nardiello
In quest’epoca di precariato diffuso è quasi impossibile poter pensare di fare il “giornalista-giornalista” quello, cioè, che preferisce non limitare la propria analisi o cronaca alla sola esposizione dei fatti andando aldilà della semplice notizia. Pietro Orsatti è da ascrivere, di diritto, a questa categoria di professionisti che si ostinano a voler digitare sulla tastiera cose vere, crude, antipatiche. La sua fatica letteraria, “A schiena dritta”, data alle stampe per i tipi di “Socialmente”, è da considerare un’agenda rossa di questo mestiere che, in alcuni casi, ti consente “di vivere ancora dignitosamente”. Quest’agenda di Orsatti, suddivisa in capitoli apparentemente slegati l’uno dall’altro, è un resoconto di un viaggio in quella provincia italiana, si parte da quella napoletana per raggiungere quella di Palermo, dove i protagonisti sembrano essere dei rozzi contadini che in realtà parlano a quattr’occhi con i protagonisti delle stanze dei poteri senza alcuna  timore reverenziale “consigliando”, pure, scelte politiche ed economiche. Orsatti è uno di quelli ostinati, capace di apparire “fissato per qualcosa” anche agli occhi della sua redazione ma, allo stesso tempo, convinto che quella strada è l’unica giusta da percorrere non per fare lo scoop, ma per analizzare il fenomeno, i movimenti della Cupola e quella dei gregari e chiudere così il cerchio. Orsatti, insomma, con questo libro dimostra di essere uno di quei giornalisti che ragiona, capace di separare le opinioni dai fatti senza mai prestare il fianco all’avversario che lo vorrebbe invece malleabile.
Questo libro che per qualcuno potrebbe apparire pretestuoso, ovviamente tra i tanti capaci di scrivere di mafia solamente a seguito dei morti ammazzati, puzza di fango, di asfalto di suole consumate perché il giornalismo si fa non sol scrivendo ma percorrendo in lungo e in largo i territori. Li, nelle contrade che l’Italia preferisce non conoscere, si gioca e si programma il futuro di questo Paese.
L’analisi, poi, non fugge dalla condizione dei testimoni di giustizia che ancora nessun governo nazionale è riuscito a risolvere all’analisi, molto pertinente e specifica, di come Cosa Nostra, “il vero nome della mafia”, si stia riorganizzando per colmare il vuoto dopo gli arresti eccellenti di Riina e Provenzano. Ma la penna pungente di Orsatti va ad illuminare anche una “strana lotta intestina”  che a Palermo si sta svolgendo tra Polizia ed Arma dei Carabinieri a colpi di arresti eccellenti. Una lotta che sintetizza un dualismo “irrisolto che vede competere i ministri Roberto Maroni ed Ignazio La Russa”.
Così mentre lo Stato pensa a reprimere militarmente la mafia, Cosa Nostra si riorganizza, forse prevedendo anche un nuovo bagno di sangue, in attesa di abbracciare i giovani rampolli che sono andati a conseguire le lauree nelle diverse carceri italiane.

Pietro Nardiello   

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