di Mario Lavalle
Dunque- lo segnala oggi Il sole-24ore â?? la RAI ha raggiunto il minimo storico dei suoi ascolti: 39,92% nellâ??intera giornata di giugno, contro il 43,96 %della concorrente Mediaset. Era dal giugno 1987 che non si ritoccava il minimo dâ??ascolto: eppure, anche in quellâ??occasione (era il primo anno Auditel, si prendevano le misure con i nuovi parametri quantitativi), ci si era fermati al 41,82% mentre, negli anni successivi e fino a febbraio di questâ??anno, il servizio pubblico era sempre riuscito a stare sopra il 42%.
A Viale Mazzini minimizzano: la fascia di prima serata va meglio, i periodi di garanzia vedono un a testa a testa con la concorrenza. Ma non vorremmo davvero essere nei panni del nuovo Consiglio dâ??amministrazione quando, nellâ??autunno prossimo, la R AI dovrĂ vedersela con una programmazione Mediaset rafforzata in seconda serata dalle trasmissioni di Bonolis e Mentana mentre il passaggio alla concorrenza del conduttore dâ??Affari tuoi è stimata dalla stessa Direzione di Raiuno in una perdita di due/tre punti di share.
Non era difficile prevedere â?? anche se ci dispiace moltissimo per la RAI, per il suo pubblico e per tutti i lavoratori, giornalisti e collaboratori â?? che questo sarebbe stato lâ??esito della gestione Cattaneo sulla RAI. Compressa nei budget e negli stessi spazi di palinsesto Raitre, distrutta in termini dâ??identitĂ , immagine e ascolti Raidue (appesa anche il prossimo anno ai risultati di Simona Ventura ne â??Lâ??isola dei famosi â?? e â??Quelli del calcioâ?), Raiuno è vissuta sostanzialmente sul formidabile traino dâ??Affari tuoi per la prima serata, sul Festival di Sanremo e sulla tradizionale robustezza della fiction RAI che nĂŠ culturalmente nĂŠ temporalmente può essere accreditata al duo Cattaneo- Del Noce.In compenso abbiamo assistito al dilagare padronale ma ormai generico di Vespa in seconda serata, ai flop dei â?? reality showâ?, al lento declino di â??Uno mattina â?? logorato dallâ??incapacitĂ di fronteggiare la concorrenza di Costanzo (e non dalle prestazioni dellâ??incolpevole Sampò), alla testarda contrapposizione de â??La vita in diretta â?? a â??Verissimoâ? in uno scontro di futilitĂ e pettegolezzi che davvero ha fatto toccare al nostro paese inusuali record di arretratezza e ineleganza.Vorremmo appena ricordare, ancora, Renzo Arbore confinato in quarta serata dopo mezzanotte e â??Domenica inâ? lacerata e appaltata tra i dispetti dei conduttori e dei rispettivi â?? clanâ?.
La verità è â?? anche se può sembrare pleonastico sottolinearlo â?? che il servizio pubblico non può essere gestito come unâ??impresa privata. Eâ?? giusto perseguire una gestione efficiente ed economica, ma non a costo di â??speculazioni â??sui periodi di garanzia, non a costo di consegnare gran parte delle attivitĂ creative e realizzatile a produttori esterni, non a costo di sostituire il rassicurante, tollerante, inclusivo stile RAI con improvvisate, urticanti e giovanilistiche innovazioni di marketing, non a costo di marginalizzare dirigenti e funzionari che da anni sono addestrati a dialogare con il pubblico della RAI a vantaggio di ruoli di controllo e di potere che finiscono sempre per diventare impacci burocratici e lottizzatori.
Allâ??esordio nel suo inusuale ruolo di Direttore Generale della RAI, il dott. Cattaneo proponeva ai suoi allibiti interlocutori un parallelo tra la costruzione del palinsesto RAI e la pianificazione dellâ??occupazione â?? nel succedersi delle varie esposizioni - dei padiglioni della Fiera di Milano. Ora di fronte al rischio di trovarsi con i padiglioni semivuoti e con le prenotazioni in calo, ci permettiamo di dargli un consiglio: insieme al suo amico Marzullo vada sulla Via Salaria, nellâ??edificio delle Teche e si faccia mettere sulla moviola le inchieste di Biagi e Zavoli, i varietĂ di Arbore e Boncompagni, i servizi giornalistici di TV7, i telegiornali di Andrea Barbato ed Emilio Rossi, i Portobello di Tortora, le Domeniche pomeriggio di Villaggio, Cochi e Renato. Cullato da queste immagini rassicuranti, potrĂ cadere in un sonno sereno: e sognare, sognare. Anche, un giorno, un altro giorno, di diventare Direttore Generale della RAI, di quella vera.
di Mario Lavalle