di Anna Scalfati
Simonetta Sotgiu, magistrato di Cassazione commenta ad Articolo21 le dichiarazioni del leader libico sulla libertà delle donne nel suo Paese. Vicepresidente della commissione nazionale di parita’ dal 1994 al 1997, la Sotgiu è stato capo delegazione del Governo Italiano alla Conferenza Mondiale di Pechino sui diritti nel 1995. Da allora non ci sono stati più appuntamenti di tale rilievo organizzati dalle Nazioni Unite. Erano presenti 150 paesi ed è andata avanti per quasi un mese. “In quegli anni le tematiche femminili erano molto seguite anche perche’ vi era un organismo nazionale, la commissione nazionale parità presso la presidenza del Consiglio, che filtrava e unificava le esigenze portate avanti da tutto l’associazionismo femminile.”
Oggi il panorama e’ completamente cambiato, ci troviamo davanti una realta’ delle donne che vuol dimenticare i traguardi raggiunti
“Ho trovato sorprendente che giovani donne probabilmente agnostiche ma comunque inserite nella civilta’ occidentale cristiana abbiano “venduto” la propria liberta’di pensiero di fronte non ad un imam bensi’ ad un dittatore benignamente definito “folcloristico” ( ma piuttosto da operetta) che paga per far credere che tutto possa cambiare con un velo in testa. Forse non sanno le giovani donne che – come e’ emerso a Pechino- nei paesi islamici non soltanto e’ punito con la lapidazione l’adulterio ma anche il rifiuto di tante bambine e adolescenti di sposare l’uomo , magari anziano, che la famiglia ha scelto. Il rifiuto comporta l’esposizione al sole cocente della donna legata per le braccia a due pali di legno distanti tra loro, il lancio di pietre da parte dei parenti- lancio che puo’ durare anche due giorni, se la poveretta sopravvive- con colpi di pietra finali affidati al padre, al marito o al fidanzato rifiutato. L’islam nega i diritti umani e questo sicuramente il nostro dittatore non l’ha detto. Ricordiamo la frase di Hillary Clinton a Pechino quando disse “humans rights are womans rights” (i diritti umani sono diritti delle donne e i diritti delle donne sono diritti umani)
Simonetta , tu che da decenni segui le associazioni e i movimenti femminili, che cosa pensi sia accaduto a queste ragazze, ben cinquecento assoldate da una agenzia di pubbliche relazioni? Come possono mettere il velo in cambio di ottanta miseri euro?
“In un mondo di veline e di ciarpame mediatico, tutto e’ possibile. Anche la perdita della propria identita’ di genere. Personalmente mi sono vergognata nel vedere tante ragazze presumibilmente istruite mercanteggiare non il corpo ma la testa. Evidentemente la scuola italiana non insegna a sufficienza il rispetto di se’ stessi”
Quello che e’ accaduto e’ dunque grave?
“Si’ e’ piu’ grave anche di un atto terroristico cui normalmente un governo occidentale si contrappone. In questo caso il Governo italiano sembra aver venduto la propria democrazia e rispetto dei diritti per un po’ di petrolio e qualche appalto”
Volendo opporsi, tu che sei un magistrato, dal punto di vista del diritto dei cittadini, quali violazioni intravedi?
“Sul piano civilistico non ci sono violazioni. La gestione del problema doveva essere esclusivamente diplomatica e non ha dato buoni frutti.”
Abbiamo un ministro delle pari opportunita’, Mara Carfagna, eppure le cose vanno peggio rispetto a vent’anni fa. Che cosa e’ cambiato oggi nel mondo delle donne?
“Un ministro e’ sempre portatore esclusivamente della politica del suo governo e nel caso del ministro PO vi e’ un distacco assoluto tra la modestissima attivita’ del Ministero e l’universo dell’associazionismo femminile a cui e’ stato impedito di esprimersi anche attraverso un organismo semplicemente consultivo come la commissione delle pari opportunita’ che e’ stata abolita. Il precedente Ministro Stefania Prestigiacomo aveva previsto la ricostituzione della commissione con una legge ad hoc che non trova attuazione. Manca cosi’ il FORUM di discussione degli obiettivi femminili verso la democrazia paritaria. Il Ministro interviene su queste tematiche se il Governo glielo permette e se si alza col piede destro”.
In che cosa sei impegnata adesso?
Con una mia associazione sono impegnata attraverso un comitato a raccogliere adesioni e finora sono tante, per l’inserimento nelle leggi elettorali regionali della cosiddetta “doppia preferenza”, cioe’ la possibilita’ di votare insieme al candidato o candidata prescelta anche un altro nominativo purche’ riferito a candidato di sesso diverso. E’ una esperienza che e’ stata positiva nella Regione Campania e sulla quale ha infine concordato anche il Ministro Carfagna.