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Ediliziopoli, da Amendola a Nespoli le verità del nuovo maxi scandalo campano
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di Iolanda Stella Corradino

Ediliziopoli, da Amendola a Nespoli le verità del nuovo maxi scandalo campano

"Quel che abbiamo denunciato anche in campagna elettorale era vero. Da Cosentino a Cesaro passando per i comuni dell'area a Nord di Napoli tutto è  legato da un  fil rouge: la camorra. Cosentino è accusato da ben cinque pentiti, Cesaro invece direbbe tranquillamente no alla provincia per sedersi in parlamento e goderne l'immunità". Parole di Enzo Amendola che ha scatenato l'ultimo polverone politico chiedendo lo scioglimento di alcuni comuni del napoletano. Dopo Tangentopoli infatti  il vero affare della camorra sembra essere ediliziopoli, che  ovviamente come tutti gli scandali coinvolge anche, se non soprattutto, la politica. Ad essere tirati in ballo nel nuovo scandalo dell'abusivismo edilizio sono i due comuni dell'area a Nord di Napoli,  Giugliano ed Afragola. I due comuni tornano cosnuovamente e tristemente alla cronaca per le richieste da parte del segretario regionale del partito democratico Enzo Amendola di indagare sulle infiltrazioni criminali nei due comuni. A chi pensa si tratti solo di una questione politica, essendo i due comuni in mano-come quesi tutti gli altri in quest'area- al centro destra occorre sapere che non affatto così.
A chiedere le stesse verifiche e magari anche lo scioglimento dei rispettivi consigli comunali è stato anche Pietro Diodato, consigliere regionale in Campania per il Pdl. Diodato- per il quale pure c'è un'accusa da verificare in merito a miasmi elettorali nel maggio del 2001- ha chiesto al prefetto di “verificare la situazione dei Comuni dell’ area a nord di Napoli, come Afragola e Giugliano, che andrebbero sciolti”. Ma veniamo ad ediliziopoli. A Giugliano il vero scandalo scoppiato proprio all'indomani dell'elezione dell'attuale sindaco Giovanni Pianese. Un giro di mazzette date sotto banco per evitare di denunciare l'appartamento, la mansarda o il palazzo abusivo. Le mazzette venivano richieste e riscosse non dalla camorra, che pure si faceva vedere, ma dai vigili urbani, corpo alle dipendenze, come si sa, del Comune. Estraneo ai fatti, ovviamente, Pianese ha cercato di  risalire la china di questa triste storia che ha visto coinvolti oltre 20 vigili urbani della terza città della Campania. Lo scioglimento quindi perché pare che nel giro dell'edilizia abusiva del giuglianese ci siano anche alcuni consiglieri comunali, attivi nel settore da diverso tempo. A nulla è  valso il progetto Mistral per monitorare la 'comparsa improvvisa' di palazzi abusivi. A Giugliano spuntano come i funghi fino a creare una vera e propria città fantasma perché se da un lato c'è chi intasca soldi, dall'altro c'è una Campania che non può permettersi né mutui né affitti. Case vuote, quindi, ma sempre illegali.Ci sono certo altri scandali, di entità minore, ma dei quali forse Amendola è a conoscenza. Come, ad esempio, la questione 'raccolta differenziata'. Dopo l'emergenza rifiuti tra le prime preoccupazioni del giuglianese c'è la differenziazione dei rifiuti solidi urbani. Con l'insediamento della nuova giunta si decide di togliere il mandato per la  gestione della differenziata alla precedente ditta, la Igica, e passarlo nelle mani della ditta Saba Ecologia. Una scelta importante per il comune che forse più di tutti ha pagato l'emergenza rifiuti. Ebbene dopo poco, neppure il tempo di abituarsi all'idea,  si scopre che la Saba è in odore di camorra. A lanciare l'avviso fu il prefetto di Napoli Alessandro Pansa: “La SaBa Ecologia è un’ azienda condizionata dalla camorra”. Nel provvedimento, inoltre, scritto che “l’azienda ha rilevato nel 2005 Campania Multiutility, il cui personale sarebbe stata una sorta di succursale del clan Falanga di Torre del Greco”.  A tutto questo Amendola aggiunge “l’infiltrazione del clan Mallardo fin nelle istituzioni, motivo primo forse per chiederne a gran voce lo scioglimento”. Ad Afragola la situazione è analoga, ma il comune di orgine dell’ex presidente  Antonio Bassolino ha un trascorso degno d'esser ricordato. Nel 1999 il consiglio comunale fu sciolto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'Interno, per infiltrazioni dell'organizzazione malavitosa nella gestione della macchina comunale, rilevate da una commissione d'accesso inviata dalla Prefettura, in seguito riabilitato dalla sentenza del Tar che ha ritenuto i fatti contestati per lo scioglimento non sufficienti, come riportato dal quotidiano Repubblica. Nel 2005 l'amministrazione in carica, con decisione del Ministero dell'interno del 25 ottobre 2005, è stata sciolta perché gli accertamenti svolti dalla commissione di accesso hanno avvalorato “l'ipotesi della sussistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale a causa dell'influenza della criminalità organizzata”. Questa volta nessuna riabilitazione: sia il Tar che il Consiglio di Stato rigettano il ricorso presentato dall'amministrazione sciolta. E quindi veniamo all'attuale sindaco, Vincenzo Nespoli. Fa meraviglia la minaccia di querela da parte del primo cittadino afragolese al segretario regionale del Pd. Difatto Amendola non ha fatto altro che 'attenersi ai fatti'. All'indomani della sua elezione Nespoli, dopo lo champagne e le fasce tricolori ha dovuto accontentarsi per un po' delle quattro mura di casa sua, causa gli arresti domiciliari cui era stato costretto. Causa scatenante ancora una volta ediliziopoli. A chiederne l'arresto il 14 maggio i due Pm Woodcock e Piscitelli. Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale e reimpiego di denaro di provenienza illecita. Questa l'intera accusa fatta a Nespoli. Ad Afragola al tempo dei fatti  esisteva una società di vigilanza "La Gazzella", fallita nel  27 maggio 2007. Sembra che il passivo di oltre 25 milioni di euro- in gran parte debiti nei confronti dell'Inps- con cui fu chiusa la società sia stato distratto ed impegato per la speculazione edilizia ad Afragola. La società immobiliare, implicata in questo importante progetto edilizio, risulta essere  la Sean, riconducibile alla moglie del senatore. Secondo l'accusa, quindi,  la Sean realizzava speculazioni con fondi sottratti alla Gazzella e provenienti da altri reati. Quindi, a conti fatti, che un sindaco su cui pende una richiesta d'arresto- così come ha giustamente ricordato l'onorevole Bossa- e che non viene giudicato solo perché parlamentare “minacci querele perché il segretario regionale di un partito a lui avverso parla di questione morale” è sintomo di un mondo che “va alla rovescia”. Un'ultima considerazione. Di sicuro non esente da questioni morali da risolvere è lo stesso partito democratico campano. Non a caso l'ex parlamentare antimafia Lorenzo Diana, unico politico presentato come eroe in  Gomorra di Roberto Saviano, ha deciso di lasciare il partito democratico per 'rifugiarsi' nell'Idv  proprio per la modalità con cui veniva gestito il partito in quel di Caserta tanto che lo stesso Amendola ha commissariato quella federazione oggi in fase di ricostruzione.


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