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Articolo 21 - ESTERI
Dalla Spagna democratica una domanda: ma che succede in Italia?
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di Marco Calamai

Dalla Spagna democratica una domanda: ma che succede in Italia? Se sei italiano e incontri qualcuno, qui in Spagna, le domande sono sempre all’incirca le stesse: cosa succede nel vostro paese, così ricco di storia e di cultura? Come si spiega che ci sia ancora Berlusconi dopo tanti scandali e brutte figure?
Provi a spiegare il fenomeno di un signore che ha conquistato, caso unico in un paese ad economia avanzata, un enorme potere economico e mediatico dando vita ad una sorta di regime del tutto nuovo e allora ecco le altre domande: ma cosa fa l’opposizione di sinistra? Come si spiega che l’unica speranza sia a questo punto Fini, anche lui di destra? Che fine hanno fatto gli eredi del PCI, un partito che per molti, qui in Spagna, fu un punto di riferimento di enorme valenza negli anni duri della lotta antifranchista e nel periodo cruciale della transizione democratica?. E I socialisti dove stanno? E’ vero che molti hanno preferito il Cavaliere al PD? E i giovani? E i sindacati? Domande che fanno riflettere su come l’immagine dell’Italia si sia lacerata drasticamente nell’immaginario di un paese, la Spagna, il cui senso dello Stato è molto forte e dove tutti ti dicono che “qui da noi, cose del genere sarebbero impossibili. Sia Zapatero, attuale capo di governo socialista,  sia Aznar, ex capo di governo conservatore, sarebbero stati costretti a dimettersi immediatamente in seguito ad un episodio come quello della giovane marocchina rilasciata dalla Questura dopo le  pressioni personali del capo di governo italiano per non parlare delle tante ragazze, minorenni o meno, che hanno frequentato le feste a sfondo sessuale dei palazzi del primo ministro e che raccontano le prodezze erotiche del Cavaliere“.

Difficile davvero rispondere a queste domande dando solo la colpa a Berlusconi e ai suoi accoliti. Perché ti rendi subito conto che il tema è ben più complesso, che non puoi fare a meno di spiegare che il “successo” di Berlusconi richiama valori e tendenze più generali della società italiana, fenomeni di “lunga durata” che hanno a che fare con la diffusa mancanza del senso dello Stato, che l’unità reale del paese, che ora neanche riesce a celebrare i suoi 150 anni, non è mai stata realmente raggiunta, e che ora scricchiola pericolosamente mentre ciascuno cerca la sua strada personale di uscita dalla crisi al di fuori della dimensione politica collettiva.
Ma soprattutto ti colpisce, se sei progressista, la domanda sul ruolo della sinistra, su quella che appare a molti, qui in Spagna, come una incredibile latitanza, come una drammatica incapacità di proporre in modo convincente al paese una via di uscita verso il recupero della perduta dignità collettiva. E ti accorgi che è molto difficile spiegare il fenomeno del sultano europeo senza spiegare l’altro fenomeno italiano, e cioè l’assenza  di una sinistra credibile e capace di proporre una strada alternativa all’attuale degrado. Berlusconi si dimetta - di Shukri Said / 

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