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Intese e libertà religiosa
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di redazione

Intese e libertà religiosa

“E' singolare che i testi delle sei Intese firmate dal governo Berlusconi, siano bloccate dal luglio scorso alla 1a Commissione Affari Costituzionali del Senato per l'ostruzionismo di un partito della stessa maggioranza, la Lega Nord”. E' quanto ha affermato il senatore Stefano Ceccanti, correlatore con il senatore Lucio Malan dei ddl sulle Intese, nella conferenza stampa su Intese e libertà religiosa, organizzata ieri pomeriggio nella sala stampa del Senato per iniziativa dell'agenzia stampa NEV-Notizie evangeliche. Secondo Ceccanti, gli emendamenti presentati dalla Lega sono da ritenersi inammissibili, entrando nel merito di un testo pattizio che può essere solo approvato o rigettato. “Per questo ho rivolto un'interrogazione al presidente della Commissione, Carlo Vizzini, affinché proceda quanto prima alla votazione dei disegni di legge”, cosa che potrebbe avvenire solo dopo l'approvazione della legge finanziaria. Il senatore Lucio Malan ha ribadito l'importanza che riveste l'approvazione delle sei Intese – che riguardano la Chiesa apostolica in Italia; la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (mormoni); la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova; la Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia ed esarcato per l'Europa meridionale; l'Unione buddista italiana; l'Unione induista italiana - per l'affermazione della libertà religiosa in Italia, “anche perché sono le prime che coinvolgono due confessioni religiose, l'Unione buddista e l'Unione induista, che non appartengono alla tradizione giudaico-cristiana”. Sulle difficoltà in Commissione, Malan ha precisato che “la Lega ha avanzato una serie di emendamenti che bloccano l'approvazione delle intese, ma non ha revocato l'assenso alla votazione in sede deliberante, come invece ha fatto la rappresentanza dell'UDC”. “Ci sentiamo cittadini di serie B” ha invece denunciato Maria Angela Falà, vice presidente dell'Unione buddista italiana ricordando il quasi ventennale percorso che ha portato la sua comunità di fede verso l'Intesa. “La nostra richiesta di Intesa risale al 1991, mentre il testo che ancora aspettiamo di veder approvato dal Parlamento è stato per la prima volta sottoscritto dalla nostra Unione e dal Governo nell'anno 2000. Se la legislatura finisse mancando ancora una volta l'approvazione delle Intese, dovremmo forse pensare di rivolgerci all'Europa”. “Le Intese rappresentano una prova di maturità della democrazia italiana – ha voluto sottolineare con forza il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) -. Il compito della politica è infatti quello di dare rappresentanza alle diverse componenti della società in base a quanto stabilito dalla Costituzione”. Una società che è molto cambiata non solo dai tempi della Costituente, ma anche da quelli della firma della prima intesa nel 1984 tra lo Stato e le chiese valdesi e metodiste, e che è diventata multiculturale e multireligiosa. “Questo porta anche alla necessità di una legge quadro sulla libertà religiosa. L'approvazione delle sei Intese non copre infatti tutta la realtà religiosa italiana”. Alla conferenza sono intervenuti anche i senatori Vincenzo Vita e Benedetto Della Vedova che hanno espresso il loro appoggio affinché l'iter parlamentare delle Intese possa giungere a una positiva conclusione.


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