di Ennio Remondino
Peccato per chi non c'era di fronte a viale Mazzini. Raccogliere a Roma la protesta del corpaccio Rai sparso per l'Italia e per il mondo non dev'essere stato facile. A me sembravate tanti. Anzi, eravamo in tanti. Spesso senza conoscerci, senza mai esserci visti. Il destino dei più rispetto a noi privilegiati che apparivamo in video e che siamo riconoscibili. Grazie soprattutto a quel mondo di invisibili che fa vivere l'Azienda. Grazie a voi, Vera Rai, grazie per prima, quando mi aiutavate ad andare in onda, e grazie oggi per la percezione anche fisica di essere parte di un bene comune da difendere che si respirava nell'aria. Tramontana frizzantina che ha spazzato via le nuvole offrendoci, anche visivamente, il segno della speranza. Che un'altra tramontana, ancora più decisa e forte, possa presto penetrare e ripulire anche l'interno di quel palazzo, giustamente lasciato in ombra, tetro, attorno a cui abbiamo girato con l'allegria che maschera la rabbia.
Noi Rai, voi no! Persino noi ex, noi sempre. Voi, mai. Voi occupanti abusivi di un bene pubblico in conto terzi. Voi “legione straniera” dedita all'occupazione e al saccheggio. Voi che dopo aver dilapidato soldi pubblici in contratti e prebende a vantaggio di clienti politici o di famiglia, presentate i conti in rosso da saldare a noi che il vostro malgoverno abbiamo subito per primi sulla pelle. Voi Direttori che non dirigete, voi coordinatori che non coordinate, voi responsabili della irresposabilità dilagante. Così la Rai muore. La Nostra Rai, non la vostra, di cui siete temporanei e sgraditi ospiti. Voi, complici o semplici ostaggi nel Palazzo, certamente ci guardavate anonimi dai finestroni a specchio. Forse ci avrete anche sbeffeggiato. Fatto la conta di chi e quanti eravamo. Liquidato con battute ciniche o servili ad uso di chi avevate accanto. Ma dentro di voi, di alcuni di voi, minuscoli e costretti, forse avreste voluto essere in strada con noi.
Quando anche voi, minuscoli per coraggio e coerenza, capirete che la partita Rai sollevata da tutti i sindacati, una volta tanto uniti, è decisiva per difendere il nostro futuro, e parlo assieme di democrazia e posti di lavoro, allora Noi, tutti assieme avremo vinto. Saranno Loro a dover “scivolare” verso l'anonimato o verso qualche Procura della Repubblica. Esternalizziamoli finche` siamo in tempo. Prima che riescano a dilapidare ciò che resta di valori culturali, professionali e tecnici che io ho visto per strada. Un capitale, un patrimonio che io conosco e apprezzo. Voi non soltanto non lo conoscete, ma lo volete mettere in liquidazione. Liquidiamo i liquidatori. Quasi uno slogan. Per il momento insisto però su “Noi Rai, voi No”. Anzi, lo faccio diventare una proposta che lancio da qui a tutti i sindacati. Una raccolta di adesioni, di partecipazione e di firme da parte di chi la Rai fa vivere e di chi la Rai ha vissuto per tanti anni e sente come bene collettivo da difendere. Noi Rai assieme.
Ex Rai, potreste anche chiamare una parte di noi, ma a me non piace. Certamente non ex giornalista, per quanto mi riguarda. Per questo, per dare senso a tanta indignata amarezza, mi rivolgo personalmente a quei vecchi e prestigiosi colleghi che hanno dato credibilità e lustro alla nostra Azienda. Roberto, Nuccio, Albino e mille altri nomi e cognomi di fatica ed affetto condivisi. Aderite a “Noi Rai, voi No”. Nulla di impegnativo, soltanto per esserci e per prendere le dovute distanze dagli attuali “Loro No”. Se volete fatevi avanti attraverso Articolo21. Lo stesso vale per tutti gli altri colleghi dei mille mestieri che fanno la radio e la televisione. Tutti assieme, se volete, con l'aiuto di questo sito, o attraverso i vostri diversi sindacati di categoria. Per dire a tutti che siamo, assieme, parte attiva di una società civile che guarda con attenzione ad un bene pubblico da tutelare, oggi più che mai. Noi Rai, loro No.