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Da Rosarno a Roma, un anno dopo
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di redazione

Da Rosarno a Roma, un anno dopo Cosa è cambiato dal 7 gennaio 2009 ad oggi? A un anno da quelli che sono passati “ormai alla storia” come i fatti di Rosarno, sembrerebbe nulla o comunque davvero poco. Basta fare un salto nelle campagne della piana di Gioia Tauro, ma come anche intorno a Foggia o nella ridente Sicilia, per rendersi conto che i proclami e le buone intenzioni sono rimaste tali. Lo sfruttamento a 20-25€ al giorno sta ancora lì, come stanno lì i caporali e il lavoro nero, connaturato ad un sistema che sembra essere immutabile, che, di certo, è rimasto immutato, nonostante chi esattamente un anno fa, aveva avuto il coraggio di dire basta. A distanza di un anno sono quegli stessi lavoratori e le associazioni, i gruppi, i comitati e i singoli cittadini che li hanno seguiti e supportati dopo la “forzata diaspora” dalla cittadina calabrese, a scendere di nuovo in piazza. Lo faranno domani a Roma in un sit-in conferenza stampa davanti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (via XX Settembre 20) “per denunciare- si legge nel comunicato- le responsabilità del Governo, delle Associazioni di categoria e della Grande Distribuzione Organizzata.”
La verità, scrivono, è che dietro quel made in Italy issato a vessillo di garanzia si cela ciò che tutti conoscono, ma nessuno ha l'onestà di ammettere: lo sfruttamento di uomini provenienti dal continente africano, dall'Asia, dall'est Europa, uomini alla stregua di merci, senza diritti né identità.
“La filiera agricola "tutta italiana"- si legge ancora nel comunicato che annuncia l'iniziativa di domani e subito dopo del 9 gennaio- continua a produrre con il lavoro nero e il caporalato. La GDO continua a strangolare l'agricoltura contadina controllando i prezzi. I lavoratori immigrati per l’assenza di strutture di accoglienza sono costretti a condizioni di vita sub-umane. In un paese verso il 9% di disoccupazione e con il permesso di soggiorno vincolato al contratto di lavoro, la clandestinità è una condizione imposta per alimentare il mercato delle braccia a basso costo.”
Dunque, come già fatto durante l'anno appena trascorso ( durante sit-in e manifestazioni  nella Capitale) saranno ancora loro i protagonisti, i lavoratori africani di Rosarno, autorganizzatisi a Roma nell'Alar ( Assemblea dei lavoratori africani di Rosarno) affiancati dall’Osservatorio Antirazzista Pigneto Tor Pignattara e PrimaveraRomana, a rivendicare i propri diritti di fronte a Istituzioni assenti, mentre il 9 l'intera città verrà trasformata in un grande “orto urbano” con la raccolta collettiva delle arance dagli alberi di giardini privati e parchi pubblici, un momento di incontro e condivisione di pratiche concrete “ perché sulle nostre tavole siano banditi i prodotti dello sfruttamento del lavoro nero e del caporalato, per diffondere pratiche dal basso di utilizzo dei prodotti pubblici, per sostenere economie eque e una agricoltura sostenibile.”
Prenderanno parte all'iniziativa anche una rappresentanza dell'Osservatorio migranti di Rosarno, Equosud e la rete laziale dei GAS ( gruppi di acquisto solidali).
Conferenza stampa domani, 7 gennaio 2011 ore 12 in via XX Settembre.
Per info su programma di domenica 9 gennaio http://primaveraromana.wordpress.com/
e www.6antirazzista.net

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