Articolo 21 - Appuntamenti
Rsf, 12 marzo 2012-Giornata Mondiale contro la cyber-censura
Lanciata nel 2008 da Reporter senza frontiere, il 12 marzo 2012 si terrà la Giornata Mondiale contro la cyber-censura, con l’intenzione di mobilitare tutti a sostegno di un’unica Rete, libera e accessibile a ciascuno di noi. La lotta per
la libertà di espressione online è più importante che mai. La Primavera Araba ha
chiaramente dimostrato, creando nuovi spazi per lo scambio di idee, che la Rete è
un veicolo per la libertà. In Paesi dove i media tradizionali sono controllati
dal governo, le uniche notizie indipendenti si possono trovare su Internet, che è
ormai diventato un forum di discussione e un rifugio per coloro che vogliono
esprimere liberamente le loro opinioni.
Tuttavia, sempre più governi si sono resi conto di ciò e stanno reagendo cercando
di controllare la Rete e rinforzando la sorveglianza sugli utenti. Gli internauti
sono perciò oggetto di rappresaglie governative. Oltre 120 di loro sono
attualmente in carcere per aver espresso la loro opinione online, soprattutto in
Cina, Iran e Vietnam. La Giornata Mondiale contro la cyber-censura intende quindi
rendere omaggio a loro e alla loro lotta per la libertà di Internet. Con il
supporto di Google, RSF conferirà il premio “Cittadino della Rete” lunedì 12 marzo
alle ore 18, con una cerimonia che avrà luogo a Parigi. Il premio viene vinto
annualmente da un giornalista online, blogger o cyber-dissidente che ha
contribuito a promuovere la libertà di espressione online. Nel 2011, il premio è
stato vinto dai membri del blog tunisino collettivo e indipendente Nawaat.
Il vincitore riceverà un premio in denaro di 2500 €.
I finalisti del premio “Cittadino della Rete” 2012 sono:
LEONARDO SAKAMOTO, BRASILE
Giornalista e Dottore in Scienze Politiche, si è occupato di varie storie tra cui
la guerra d’indipendenza del Timor Orientale e la guerra civile in Angola. Ha
insegnato giornalismo e ha lavorato in diversi organi d’informazione. Nel suo
blog, si occupa di conflitti ambientali e sociali con particolare attenzione per
le minoranze indigene del Brasile e per la schiavitù contemporanea, tematiche
molto poco trattate dai media. Sakamoto si è inoltre opposto alla costruzione
della diga idroelettrica di Belo Monte, che avrebbe inondato un’ampia striscia di
terre indigene e sfollato circa 25000 residenti.
Ha poi criticato lo sfratto del popolo Guarani dalla loro terra a vantaggio di
ricchi proprietari terrieri e industriali. È infine coordinatore dell’Ong Reporter
Brazil, che rappresenta presso la Commissione nazionale per l’abolizione del
lavoro degli schiavi (Conatrae).
GLI ABITANTI DEL VILLAGGIO DI WUKAN, CINA
Wukan è un villaggio di 13000 abitanti nella provincia meridionale di Guandong. Le
proteste di alcuni mesi fa contro la confisca di terreni coltivabili sono sfociate
in violente repressioni da parte delle autorità locali. Quando, lo scorso 11
dicembre, uno dei portavoce del villaggio, Xue Jinbo, è morto durante la custodia
cautelare, i residenti di Wukan hanno invaso le strade in migliaia, cacciando la
polizia dal villaggio e chiedendo indagini imparziali sulla morte di Xue. Le
autorità, per contro, hanno reagito accerchiando il villaggio e impedendo la
diffusione su Internet e sui social networks - usati dagli abitanti per denunciare
l’accaduto e il fatto di essere stati circondati dalla polizia - di informazioni
relative agli incidenti occorsi. Niente è stato lasciato al caso. La parola-chiave
“Wukan” è stata bloccata dai motori di ricerca, gli “hot tweets” attentamente
monitorati e tutte le foto e i video che mostravano le proteste dei residenti del
villaggio sono stati rimossi dai siti Sina e Tencent.
La reazione alle proteste del Wukan non rappresenta un caso isolato. Le autorità
provano spesso a nascondere casi di corruzione locale censurando le proteste
online, e tale atteggiamento è indicativo del livello di nervosismo del governo
circa le ripercussioni in Cina della Primavera Araba e circa il ruolo giocato da
Internet a dai social networks come cassa di risonanza. I residenti di Wukan sono
infatti riusciti a far sentire la loro rabbia e a raccogliere il supporto pubblico
grazie alla Rete, soprattutto tramite il social network Weibo. Il governo centrale
ha finito col negoziare con loro e Liu Zulian, il leader delle proteste di Wukan,
lo scorso 16 febbraio è stato nominato capo del Partito Comunista locale.
MAIKEL NABIL SANAD, EGITTO
Primo prigioniero di coscienza egiziano dopo la rivoluzione, il giovane blogger
Maikel Nabil Sanad è diventato il simbolo di una nuova fase di repressione, messa
in atto dopo il rovesciamento del governo di Mubarak. 26 anni, Sanad ha pubblicato
sul suo blog post critici sul trattamento offensivo riservato dall’esercito nei
confronti dei manifestanti, la scorsa primavera. Arrestato il 28 marzo 2011, è
stato processato da un tribunale militare e condannato a tre anni di carcere con
l’accusa di “insulto all’esercito” attraverso un post in inglese pubblicato sul
suo blog, dal titolo “The army and the people wasn’t ever one hand” (“L’esercito e
il popolo non sono mai dalla stessa parte, ndt). Sanad ha rifiutato di presentarsi
all’udienza davanti al tribunale militare e ha continuato lo sciopero della fame
protestando contro la “parodia della giustizia” in riferimento al suo processo e
contro i maltrattamenti subìti durante la detenzione, descritti nei suoi articoli
sul carcere. È stato infine graziato insieme ad altri 2000 detenuti processati da
tribunali militari. Una volta libero, il 24 gennaio scorso Sanad non ha perso
tempo a sfidare nuovamente la legittimità delle forze armate e a criticare il loro
operato alla vigilia del primo anniversario della rivoluzione egiziana.
GRIGORY MELKONYANTS E IL TEAM DI GOLOS, RUSSIA
KartaNarusheniy.ru è una mappa interattiva contenente irregolarità elettorali.
Risultato di un’iniziativa dell’Ong Golos (“Voice”) in partenariato con il sito
d’informazione Gazeta.ru, la mappa consente agli utenti della Rete di denunciare
qualsiasi broglio elettorale di cui sono testimoni caricando foto, video e
registrazioni audio; i brogli vengono poi segnalati in una mappa per mezzo di link
rossi posizionati nel luogo in cui avvengono. Inizialmente pubblicata su
Gazeta.ru, tale mappa è stata rimossa alla fine di novembre 2011 per lasciare più
spazio alla pubblicità dato l’avvicinarsi delle feste di fine anno, secondo quanto
ha dichiarato la direzione del sito. Il vice-direttore di Gazeta.ru Roman Badanin
si è dimesso per protesta lo scorso 30 novembre. Sembrerebbe che le autorità
abbiano fatto pressioni sul gestore del sito per rimuovere la mappa, sulla quale
appariva quotidianamente un numero sempre maggiore di macchie rosse relative alla
corsa per le elezioni parlamentari. Il Cremlino ha rifiutato categoricamente le
accuse di brogli elettorali. Il progetto è stato tuttavia ripreso dal sito
d’informazione Slon e dal settimanale The News Times.
I CENTRI DEI MEDIA DEI COMITATI LOCALI DI COORDINAMENTO, SIRIA
Questi centri mediatici sono stati creati dai comitati locali di coordinamento
della Siria (LCCSyria) per raccogliere velocemente e far circolare in tutto il
Paese informazioni, foto e video sulle rivolte siriane e sul giro di vite messo in
atto dal governo. Composti per la maggior parte da cittadini comuni e da attivisti
per i diritti umani, rivestono, insieme ad altri gruppi di giornalisti, un ruolo
particolarmente importante nella diffusione e nella circolazione di informazioni
di prim’ordine a livello internazionale, in un momento in cui giornalisti e
bloggers siriani vengono vessati e arrestati e i media internazionali estromessi.
Sul sito web di LCCSyria e sui social networks vengono regolarmente pubblicati
aggiornamenti. Reporters senza frontiere propone questa nomination come tributo a
tutti i cyber-dissidenti siriani che hanno corso grandi rischi per documentare la
tragedia avvenuta in Siria.
PAULUS LÊ VAN SON, VIETNAM
Blogger vietnamita di 26 anni che scrive di tematiche politiche e sociali -
soprattutto questioni religiose e diritti umani - Paulus Lë Van Son si è
recentemente occupato delle manifestazioni anticinesi e della violenza della
polizia. Arrestato a Hanoï il 3 agosto 2011, solo il giorno precedente si era
occupato di un’udienza d’appello del caso di un suo collega internauta, Cu Huy Ha
Vu, per il cui processo era già stato precedentemente in carcere ad aprile. Son
scrive anche per il blog collettivo Baokhongle e per Vietnam Redemptorist News, un
quotidiano cattolico per il quale ha organizzato workshops e corsi di formazione
per bloggers. È attualmente detenuto nella prigione B14 di Hanoï con l’accusa di
aver tentato di rovesciare il governo, secondo quanto afferma l’articolo 79 del
codice penale. È infine uno dei 22 internauti totali attualmente detenuti in
Vietnam per aver espresso le loro opinioni su Internet.
la libertà di espressione online è più importante che mai. La Primavera Araba ha
chiaramente dimostrato, creando nuovi spazi per lo scambio di idee, che la Rete è
un veicolo per la libertà. In Paesi dove i media tradizionali sono controllati
dal governo, le uniche notizie indipendenti si possono trovare su Internet, che è
ormai diventato un forum di discussione e un rifugio per coloro che vogliono
esprimere liberamente le loro opinioni.
Tuttavia, sempre più governi si sono resi conto di ciò e stanno reagendo cercando
di controllare la Rete e rinforzando la sorveglianza sugli utenti. Gli internauti
sono perciò oggetto di rappresaglie governative. Oltre 120 di loro sono
attualmente in carcere per aver espresso la loro opinione online, soprattutto in
Cina, Iran e Vietnam. La Giornata Mondiale contro la cyber-censura intende quindi
rendere omaggio a loro e alla loro lotta per la libertà di Internet. Con il
supporto di Google, RSF conferirà il premio “Cittadino della Rete” lunedì 12 marzo
alle ore 18, con una cerimonia che avrà luogo a Parigi. Il premio viene vinto
annualmente da un giornalista online, blogger o cyber-dissidente che ha
contribuito a promuovere la libertà di espressione online. Nel 2011, il premio è
stato vinto dai membri del blog tunisino collettivo e indipendente Nawaat.
Il vincitore riceverà un premio in denaro di 2500 €.
I finalisti del premio “Cittadino della Rete” 2012 sono:
LEONARDO SAKAMOTO, BRASILE
Giornalista e Dottore in Scienze Politiche, si è occupato di varie storie tra cui
la guerra d’indipendenza del Timor Orientale e la guerra civile in Angola. Ha
insegnato giornalismo e ha lavorato in diversi organi d’informazione. Nel suo
blog, si occupa di conflitti ambientali e sociali con particolare attenzione per
le minoranze indigene del Brasile e per la schiavitù contemporanea, tematiche
molto poco trattate dai media. Sakamoto si è inoltre opposto alla costruzione
della diga idroelettrica di Belo Monte, che avrebbe inondato un’ampia striscia di
terre indigene e sfollato circa 25000 residenti.
Ha poi criticato lo sfratto del popolo Guarani dalla loro terra a vantaggio di
ricchi proprietari terrieri e industriali. È infine coordinatore dell’Ong Reporter
Brazil, che rappresenta presso la Commissione nazionale per l’abolizione del
lavoro degli schiavi (Conatrae).
GLI ABITANTI DEL VILLAGGIO DI WUKAN, CINA
Wukan è un villaggio di 13000 abitanti nella provincia meridionale di Guandong. Le
proteste di alcuni mesi fa contro la confisca di terreni coltivabili sono sfociate
in violente repressioni da parte delle autorità locali. Quando, lo scorso 11
dicembre, uno dei portavoce del villaggio, Xue Jinbo, è morto durante la custodia
cautelare, i residenti di Wukan hanno invaso le strade in migliaia, cacciando la
polizia dal villaggio e chiedendo indagini imparziali sulla morte di Xue. Le
autorità, per contro, hanno reagito accerchiando il villaggio e impedendo la
diffusione su Internet e sui social networks - usati dagli abitanti per denunciare
l’accaduto e il fatto di essere stati circondati dalla polizia - di informazioni
relative agli incidenti occorsi. Niente è stato lasciato al caso. La parola-chiave
“Wukan” è stata bloccata dai motori di ricerca, gli “hot tweets” attentamente
monitorati e tutte le foto e i video che mostravano le proteste dei residenti del
villaggio sono stati rimossi dai siti Sina e Tencent.
La reazione alle proteste del Wukan non rappresenta un caso isolato. Le autorità
provano spesso a nascondere casi di corruzione locale censurando le proteste
online, e tale atteggiamento è indicativo del livello di nervosismo del governo
circa le ripercussioni in Cina della Primavera Araba e circa il ruolo giocato da
Internet a dai social networks come cassa di risonanza. I residenti di Wukan sono
infatti riusciti a far sentire la loro rabbia e a raccogliere il supporto pubblico
grazie alla Rete, soprattutto tramite il social network Weibo. Il governo centrale
ha finito col negoziare con loro e Liu Zulian, il leader delle proteste di Wukan,
lo scorso 16 febbraio è stato nominato capo del Partito Comunista locale.
MAIKEL NABIL SANAD, EGITTO
Primo prigioniero di coscienza egiziano dopo la rivoluzione, il giovane blogger
Maikel Nabil Sanad è diventato il simbolo di una nuova fase di repressione, messa
in atto dopo il rovesciamento del governo di Mubarak. 26 anni, Sanad ha pubblicato
sul suo blog post critici sul trattamento offensivo riservato dall’esercito nei
confronti dei manifestanti, la scorsa primavera. Arrestato il 28 marzo 2011, è
stato processato da un tribunale militare e condannato a tre anni di carcere con
l’accusa di “insulto all’esercito” attraverso un post in inglese pubblicato sul
suo blog, dal titolo “The army and the people wasn’t ever one hand” (“L’esercito e
il popolo non sono mai dalla stessa parte, ndt). Sanad ha rifiutato di presentarsi
all’udienza davanti al tribunale militare e ha continuato lo sciopero della fame
protestando contro la “parodia della giustizia” in riferimento al suo processo e
contro i maltrattamenti subìti durante la detenzione, descritti nei suoi articoli
sul carcere. È stato infine graziato insieme ad altri 2000 detenuti processati da
tribunali militari. Una volta libero, il 24 gennaio scorso Sanad non ha perso
tempo a sfidare nuovamente la legittimità delle forze armate e a criticare il loro
operato alla vigilia del primo anniversario della rivoluzione egiziana.
GRIGORY MELKONYANTS E IL TEAM DI GOLOS, RUSSIA
KartaNarusheniy.ru è una mappa interattiva contenente irregolarità elettorali.
Risultato di un’iniziativa dell’Ong Golos (“Voice”) in partenariato con il sito
d’informazione Gazeta.ru, la mappa consente agli utenti della Rete di denunciare
qualsiasi broglio elettorale di cui sono testimoni caricando foto, video e
registrazioni audio; i brogli vengono poi segnalati in una mappa per mezzo di link
rossi posizionati nel luogo in cui avvengono. Inizialmente pubblicata su
Gazeta.ru, tale mappa è stata rimossa alla fine di novembre 2011 per lasciare più
spazio alla pubblicità dato l’avvicinarsi delle feste di fine anno, secondo quanto
ha dichiarato la direzione del sito. Il vice-direttore di Gazeta.ru Roman Badanin
si è dimesso per protesta lo scorso 30 novembre. Sembrerebbe che le autorità
abbiano fatto pressioni sul gestore del sito per rimuovere la mappa, sulla quale
appariva quotidianamente un numero sempre maggiore di macchie rosse relative alla
corsa per le elezioni parlamentari. Il Cremlino ha rifiutato categoricamente le
accuse di brogli elettorali. Il progetto è stato tuttavia ripreso dal sito
d’informazione Slon e dal settimanale The News Times.
I CENTRI DEI MEDIA DEI COMITATI LOCALI DI COORDINAMENTO, SIRIA
Questi centri mediatici sono stati creati dai comitati locali di coordinamento
della Siria (LCCSyria) per raccogliere velocemente e far circolare in tutto il
Paese informazioni, foto e video sulle rivolte siriane e sul giro di vite messo in
atto dal governo. Composti per la maggior parte da cittadini comuni e da attivisti
per i diritti umani, rivestono, insieme ad altri gruppi di giornalisti, un ruolo
particolarmente importante nella diffusione e nella circolazione di informazioni
di prim’ordine a livello internazionale, in un momento in cui giornalisti e
bloggers siriani vengono vessati e arrestati e i media internazionali estromessi.
Sul sito web di LCCSyria e sui social networks vengono regolarmente pubblicati
aggiornamenti. Reporters senza frontiere propone questa nomination come tributo a
tutti i cyber-dissidenti siriani che hanno corso grandi rischi per documentare la
tragedia avvenuta in Siria.
PAULUS LÊ VAN SON, VIETNAM
Blogger vietnamita di 26 anni che scrive di tematiche politiche e sociali -
soprattutto questioni religiose e diritti umani - Paulus Lë Van Son si è
recentemente occupato delle manifestazioni anticinesi e della violenza della
polizia. Arrestato a Hanoï il 3 agosto 2011, solo il giorno precedente si era
occupato di un’udienza d’appello del caso di un suo collega internauta, Cu Huy Ha
Vu, per il cui processo era già stato precedentemente in carcere ad aprile. Son
scrive anche per il blog collettivo Baokhongle e per Vietnam Redemptorist News, un
quotidiano cattolico per il quale ha organizzato workshops e corsi di formazione
per bloggers. È attualmente detenuto nella prigione B14 di Hanoï con l’accusa di
aver tentato di rovesciare il governo, secondo quanto afferma l’articolo 79 del
codice penale. È infine uno dei 22 internauti totali attualmente detenuti in
Vietnam per aver espresso le loro opinioni su Internet.
Notizie Correlate
L'assemblea di Articolo21 rinviata a gennaio
Oggi pomeriggio saremo a Milano per dire che vogliamo un’Italia libera e giusta
Festa popolare per Lama e Berlinguer
Libero Web in libero Stato
Tutti in piazza oggi a Roma con la Cgil
’’La notizia prima di tutto, fermiamo la legge bavaglio". Oggi alle 15 alla FNSI a Roma
Audio/Video Correlati
In archivio
Rai e par condicio di genere
''RAI: cambiare la musica, cambiare l'orchestra''
Bosnia Erzegovina vent’anni dopo: La rinascita
Università Bene Comune
Per il rilancio della Rai
Il Punto di Rainews24 di questa sera
Niente paura
La controinchiesta segreta dei Kennedy sul l’omicidi o di JFK
Terra torna in edicola
Rai e pari opportunitÃ
Dalla rete di Articolo 21