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Vynils, la protesta diventa estrema
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di Elisabetta Viozzi

Vynils, la protesta diventa estrema

Si sa, di questi tempi, gli operai sono costretti a trascorrere più tempo su torri e isole semideserte che in catena di montaggio. Se l’inventiva per protestare non manca a molti di loro, spesso le risposte, però,  tardano ad arrivare.
Gli operai della Vynils di Porto Torres sono sull’isola dell’Asinara dal 24 febbraio scorso. Il loro particolare reality, chiamato l’Isola dei Cassintegrati, fra pochi giorni festeggerà dunque il primo anno di vita. Ed ora tre di loro sono saliti sulla torcia ecologica del petrolchimico sardo, a 60 metri di altezza. Il blitz è scattato nel pomeriggio di mercoledì, per protestare contro il blocco delle trattative fra la Vinyls, e i compratori ENI e GITA holding. Le macchine sarebbero dovute ripartire a febbraio, ma tra un ritardo e  l’altro gli operai di Porto Torres restano cassintegrati. Un’ennesima delusione dopo il fallimento dei precedenti negoziati per comprare l’azienda chimica e riaprire gli impianti. Ma questa volta i sardi non sono soli:  sono saliti sulle Torri anche i loro colleghi dei petrolchimici di Ravenna e Porto Marghera,  ed è subito pronto il nuovo slogan per i media: le Torri Gemelle della Vynils.
Siamo riusciti a contattare Tino Tellini, che da 24 ore è a 60 metri di altezza nella torre di Porto Torres.
A Porto Marghera gli operai sono a 150 mt di altezza, altri hanno vissuto  1 anno in un’isola tra capre e le celle di un vecchio carcere . Non sorprende certo che, distratti come siamo ad occuparci di escort e ballerine, si riesca  a guadagnasi una telefonata o un trafiletto solo se il gesto è abbastanza estremo.

Ascolta il Gr solidarietà con intervista a Tino Tellini

Aggiornamento
È finita per gli operai sardi di Porto Torres la protesta delle Torri Gemelle, ma a Marghera e Ravenna i loro colleghi sono ancora oggi sulle torce e sui silos dei rispettivi stabilimenti. Il blitz ha dato come risultato una presa di posizione “ufficiosa” da parte del Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani. Questo il testo della mail "amichevole" che il ministro ha indirizzato agli operai: “Ho appena parlato con ENI e mi hanno assicurato che tutto sta procedendo. Finiscono la due diligence e dovrebbero firmare. Dite ai vostri colleghi di non correre rischi inutili. In questo momento mi pare non ce ne sia bisogno.
A presto, Paolo Romani”
Non tutti, però, sono fiduciosi nella rapida e felice risoluzione della vicenda, dopo i continui rinvii dell'accordo definitivo di vendita ad ENI-GITA: due lavoratori a Marghera hanno iniziato, proprio in queste ore, lo sciopero della fame.

segui la protesta su http://www.isoladeicassintegrati.com/


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