di Nello Trocchia
C’è chi, pur di intitolare una strada al pluricondannato e morto latitante Bettino Craxi, fa paragoni a dir poco irriverenti. Arrivando a fare un parallelo tra l’ex leader socialista, il cinghialone come lo chiamava Vittorio Feltri, e niente poco di meno che Giordano Bruno, il filosofo nolano bruciato sul rogo in Campo dei Fiori nel 1600. L’autrice esimia di questo ponte tra tempi e culture è una ex ministra dell’Istruzione, poi uno si chiede perché siamo arrivati a tanto, Letizia Moratti, oggi sindaco di Milano. «Garibaldi è stato condannato a morte, Bruno bruciato sul rogo — spiega il sindaco — eppure a loro sono state dedicate vie e piazze. La storia dà delle riletture diverse delle personalità». Insomma Craxi come Bruno, sta a Mangano come eroe. E’ intervenuta per smontare l’assurdo e dare senso alla storia ai suoi protagonisti Maria Mantello, presidente dell’associazione nazionale del libero pensiero “Giordano Bruno”, che ha scritto su Micromega: “Non possiamo esporre qui la complessa e ricca filosofia di Giordano Bruno. Ma certamente va sottolineato che la mistificazione era del tutto estranea al suo pensiero. Bruno teneva soprattutto alla verità. Aveva il coraggio di ricercarla e comunicarla”. Giordano Bruno scriveva: “La verità è la cosa più particolare sincera, più divina di tutte; anzi la divinità e la sincerità, bontà e bellezza de le cose è la verità; la quale né per violenza si toglie, né per antiquità si corrompe, né per occultazione si sminuisce, né per comunicazione si disperde...”. Per Mantello le due sentenze sono leggermente diverse: “La signora Moratti, ha detto che anche Bruno era stato condannato da un tribunale, ma omette che si trattava del Sant’Uffizio. Della Inquisizione. Mentre Craxi è stato condannato da giudici di un Paese democratico, che applicano leggi democratiche”. Per conoscere il pensiero di Bruno e la reazione a questo parallelo abbiamo raggiunto il filosofo Aldo Masullo. “ Mi viene da ridere, se proprio si volesse considerare la cosa il paragone è tecnicamente improponibile”. Per Masullo la distanza è incolmabile. “ Bruno è un filosofo che in una epoca molto diversa da quella di oggi fece una vera rivoluzione. Difese la sua posizione non ortodossa e contestò, in questa materia, il diritto di pretendere la sottomissione al giudizio. Bruno produsse una frattura epocale, aprendo ad una visione della libertà di pensiero che non era proponibile nell’epoca in cui Bruno la dichiarò”. Subì l’isolamento, la mordacchia, il rogo per la libertà di pensiero. “ Bruno rivendica una libertà di pensiero molto profonda, intesa come necessità, diritto che ha l’uomo di essere ossequiente alla necessità del pensiero”. La politica ha bisogno delle regole. “ Craxi non rispettò le regole e pretese di usarle a proprio vantaggio e a vantaggio del suo partito. Il livello di Bruno è infinitamente più alto e non è il livello sulle regole della lotta politica, ma il livello di chi fa una vera e propria rivoluzione. Una rivoluzione di un’epoca, che continuava a sottomettere il pensiero libero ad un dogma esterno, e contro questo sistema, Bruno in modo suggestivo rappresenta la fine di questa epoca, l’aprirsi di un’epoca nuova. Il programma di Bruno, emerge anche dagli studi recenti, era un programma di rivoluzione politica dove in primo piano c’erano le esigenze dei popoli con la pace come finalità ”. Il parallelo è arrivato da una ex ministra dell’istruzione: “ Di ministri della pubblica istruzione che abbiano una cultura vera ne conto davvero pochi, e Moratti non fa parte di questa ridotta schiera”. Bruno definiva i servi del potere come sardelle" perché come con poca fatica si creano, si trovano, si pescano, cossì con poco prezzo si comprano”, a guardarsi intorno la politica è abitata ancora da molte sardelle. " Nel mondo greco - conclude Masullo - la morale era inseparabile dalla vita. La virtù dell'uomo e di chi fa politica è quella di dire la verità anche a costo della propria vita. L'uomo politico non deve diventare un cortigiano, come avviene spesso nei nostri tempi, quando lo diventa egli è un servo del potere, proprio o altrui".
Ascolta l’intervista ad Aldo Masullo
Il 9 gennaio Manifestazione contro la proposta di intitolare una via di Milano a Bettino Craxi