di Stefano Corradino
Il 15 gennaio di 80 anni fa nasceva Martin Luther King. "Io ho un sogno", ripeteva il reverendo battista nel celebre discorso pronunciato a Washington il 28 agosto 1963, "che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere...".
La sua appassionata e indomabile crociata per la giustizia e contro ogni forma di pregiudizio etnico è oggi quantomai attuale. Lo è pensando ad Haiti, quel "Giardino del diavolo" - come ha scritto Vittorio Zucconi su Repubblica - dove i neri pagano per i peccati dei bianchi". Luogo in cui cinque secoli fa "colonialismo, schiavismo, razzismo, clericalismo, ingordigia... si concentrarono in una convergenza squisita di orrore".
E' attuale pensando alla ribellione degli africani di Rosarno riportata ieri ad Anno Zero in una bella puntata che si è aperta con un servizio di "Sciuscià" di dieci anni fa in cui già allora gli immigrati si interrogavano sulle ragioni del livore degli italiani nei loro confronti. E' attuale pensando ai cori e agli slogan nei nostri stadi contro i giocatori di colore.
I fenomeni di intolleranza nei confronti delle diversità (siano essi neri, rom o omosessuali), sono quotidiani. E ci sono forze politiche che gettano benzina sul fuoco. ''Non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori'' hanno scritto ieri su Facebook centinaia di giovani promuovendo un gruppo contro il razzismo con un appello al Presidente della Repubblica, affinche' ci sia un suo intervento ''chiaro, nelle vesti di garante della Carta Costituzionale, inteso a richiamare il Governo di questo Paese all'osservanza di quei principi, a sanzionare senza esitazione quelle formazioni partitiche che si sono distinte per atteggiamenti e propositi xenofobi e razzisti''.
Dalle piazze reali a quelle virtuali. Donne e uomini che s'indignano. Associazioni e gruppi che protestano. Trasmissioni televisive (poche) che denunciano. Ma non basta. Serve una risposta più netta da parte della politica, delle istituzioni, dell'informazione. Perchè come diceva il pastore battista nato 80 anni fa "non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
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