di Pietro Nardiello
Roberto Battaglia è un uomo che crede nelle Istituzioni, nei rappresentanti di quello Stato che ha deciso di sostenere quando ha denunciato, facendoli arrestare, i propri estorsori, tutti appartenenti al clan dei casalesi tra i quali è annoverato Luigi Schiavone cugino di Francesco detto “Sandokan”. L’agenzia di viaggi, della quale è titolare, nel centro di Caserta, viene chiusa mentre le aziende zootecniche proseguono l’attività seppure tra molte difficoltà. Roberto Battaglia si vede assegnare un prestito di 600mila euro attraverso il Commissariato Nazionale Antiracket, la cifra dev’essere utilizzata per far fronte ai debiti cumulati, ma il denaro, ad oggi non è stato ancora erogato. Battaglia si rivolge, inutilmente, al Ministro degli Interni Maroni e al Premier Silvio Berlusconi, le banche non gli concedono più credito e lui rischia di non poter proseguire le proprie attività. Presenta un’istanza di proroga per il pagamento dei debiti contratti con quattro istituti di credito ma, ancora una volta, l’istanza viene rigettata. Come se non bastasse il giudice dell’esecuzione del tribunale di S.Maria C.V. fissa per il 9 febbraio la vendita all’asta dei suoi beni. Roberto Battaglia, allora, decide di incatenarsi, nei giorni scorsi, dinanzi la prefettura di Caserta crede, giustamente, di vivere una vicenda paradossale dove lo Stato, nel quale ha sempre creduto, si irrigidisce ed inizia a danneggiarlo con la propria burocrazia. Vuole delle rassicurazioni perché all’asta si potrebbero presentare anche emissari del clan che potrebbero, così, venire in possesso dei suoi beni, di quel patrimonio che rappresenta tutto ciò che ha. Solo l’intervento nelle ore pomeridiane del questore Guido Longo, che dodici anni fa arresto Francesco Schiavone, fa desistere l’imprenditore casertano da quella decisione. Ancora una volta Battaglia ripone tutta la sua fiducia nelle istituzioni e partecipa ad una manifestazione del FAI, presieduta da Tano Grasso, a S.Maria C.V: dove viene presentata la carta del consumo etico. Proprio questa mattina Roberto Battaglia annuncia la notizia che tutti si attendevano: “Il giudice Felice Pizzi sospende la vendita dei beni”.
Raggiungiamo Battaglia al telefono è molto emozionato.
Roberto, finalmente una buona notizia.
“Si finalmente ha trionfato il buon senso tra i due tribunali civile e penale”.
Il buon senso non poteva trionfare prima, era proprio necessario che lei fosse costretto a compiere un gesto così plateale?
Con questo mio gesto è stato colto un dato importante, quello di far comprendere all’opinione pubblica e ai burocrati quanto sia grave per un imprenditore dover affrontare anche le interpretazioni legislative.
Adesso si ricomincia con nuovo entusiasmo?
Quello che ho sempre avuto sentendo le Istituzioni vicine.