di Samanta Di Persio
Da aquilana non posso tacere, soprattutto quando ti arrivano telefonate in cui ti dicono: “Di cosa vi lamentate? Le case sembrano anche belle!”. La puntata di regime di “Porta a porta” non ha avuto rivali, tutti programmi spostati ed ha avuto il risultato che sperava (sic!). L’ospite d’onore il premier, senza alcun contraddittorio. A volte mi chiedono: “Ma il sindaco dell’Aquila di che colore politico è?” Se non si riesce a capire che rappresenterebbe l’opposizione all’attuale maggioranza di Governo, significa che chi non va a votare per la motivazione fra destra e sinistra non ci sono differenze, è vero! Ieri sera ho avuto l’impressione che il Presidente del Consiglio fosse ad una gara per un guinnes dei primati: quante ne riesce a sparare in due ore. Su questo è stato bravo, non c’è che dire. Ha ribadito entro la fine del mese i campi di accoglienza verranno smantellati e gli sfollati avranno tutti un tetto, una casa. Non è vero. Non può essere vero perchè molti aquilani con case inagibili (ai quali spetta di diritto una casa) sono stati mandati in alberghi anche a 50 chilometri da L’Aquila. Una coppia di conoscenti che hanno lavoro in città, sono stati mandati a Roccaraso (circa 100 km da L’Aquila). Una strada impervia, un posto dove d’inverno fa la neve. Ma che si arrangino! Una deportazione cominciata il 6 aprile, prima verso la costa ed ora verso l’Abruzzo interno. Ma se le cose stanno così a cosa è servito il disagio di cinque mesi di tenda? Nessuno lo sa spiegare.
Il presidente ha parlato di sistemazione autonoma. Ha detto che vengono dati 600,00 euro. Ha dimenticato di aggiungere una parolina massimo 600 euro. Sono duecento euro a persona, quindi un nucleo familiare di 4/5 persone riceve sempre 600 euro. Ma il problema non è questo. Sono andata a vedere un appartamento in zona Acquasanta, è stato ricavato da un garage (mi chiedo se abbia l’agibilità). Nel bagno e nella camera non c’era una finestra, ma un lucernaio… e poi un angolo cottura con salone, il tutto per 800 euro al mese. Dove le metti 5 persone? Potrebbe andare bene per due. Due persone prendono 400 euro, significa che l’altra metà è a tue spese. In realtà devi anticipare l’intera somma perché il comune non rimborsa immediatamente l’autonoma sistemazione, non per mancanza di volontà, ma perché non ci sono i soldi. I comitati cittadini sorti all’indomani del 6 aprile hanno chiesto la requisizione degli appartamenti sfitti. Soltanto dopo cinque mesi, dopo che si sono accorti di aver fatto i conti male, le C.A.S.E. non bastano. I conti sono stati fatti male anche per le scuole. L’altra promessa del Presidente apertura per il 21 settembre. I lavori per la realizzazione dei musp sono iniziati tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Non saranno mai pronti per i tempi stabiliti, infatti la riapertura slitterà. Passiamo alla consegna dei moduli del piano C.A.S.E. 19 cantieri dove si lavora 24 ore su 24 con tre turnazioni. Ci sono stati infortuni, anche gravi (un lavoratore è finito in coma). I lavori non si sono mai fermati, la asl non ha mai sequestrato il cantieri, come dovrebbe accadere di solito in caso di gravi infortuni. Alla fine di maggio sia Bertolaso che il presidente avevano dichiarato entro il 15 settembre saranno consegnate le prime case. Ricordo che c’erano le elezioni europee ed amministrative. Subito dopo la musica è cambiata: “Tutte le case entro ottobre, poi novembre ed infine dicembre.” Forse è quest’ultima quella attendibile perché l’ingegnere dei cantieri di Gignano e Sant’Elia mi ha detto che loro hanno come data di consegna il 15 dicembre. Il 15 settembre sono state consegnate le case di Onna, finanziate dalla Croce rossa e realizzate dalla provincia autonoma di Trento. Subito Bertolaso ha precisato che sottolineare i dettagli era da polemica… però il Governo non ci ha messo un centesimo, ed è riuscito ugualmente a farne uno spot! Dall’altra parte un’opposizione muta, e forse anche sorda. I cittadini aquilani non stanno con le mani in mano. Hanno formato dei comitati, ognuno con un obiettivo e con un comune denominatore: la trasparenza. Trasparenza sulla ricostruzione, trasparenza sui soldi ricevuti con le donazioni. Purtroppo quando si parla di soldi il silenzio è assordante. A distanza di cinque mesi nessuno sa dire quanti soldi sono arrivati ai comuni terremotati e come sono stati impiegati o come verranno impiegati. Il sindaco Cialente tace ed i giornalisti asserviti figuriamoci se fanno domande scomode. L’opposizione era rappresentata da Sansonetti, l’ombra di se stesso… I comitati no, allora perché non sono stati invitati Concita De Gregorio o Antonio Padellaro che sicuramente avranno un numero di lettori ben diverso da “L’altro”?