di Tania Passa
Domenico era in coma da tre mesi, non sappiamo nulla perché era un ragazzo calabrese, e sui media i ragazzi del sud non contano nulla, ma Domenico è vittima delle nostre colpe, è vittima della Ndrangheta . Ha lottato tre mesi per la vita poi il suo cuoricino si è fermato.
Da quel 25 giugno in cui Domenico rimase vittima di un agguato della ndrangheta contro Gabriele Marrazzo, noi di questa creatura non abbiamo saputo più nulla.
IL "bel Paese" dicono sia l’Italia, ma che bel Paese può essere quello che ti uccide ad una partita di calcetto ad undici anni?
Che Paese può essere quello che non attribuisce un ruolo al sud , ma lo lascia alle mafie, con l’ipocrisia galoppante di un nord che non è altro che la “ cassaforte” di quelle mafie.
Se Domenico fosse stato figlio di un ricco industriale, avrebbero aperto i tg con l’eccidio, ma lui è figlio del sud, è uno come tanti che fisiologicamente muoiono per mano delle mafie da Napoli in giù , al Paese non importa .
D’altronde questo è il “BelPaese” che oggi vedeva il Presidente del Consiglio ai funerali dei caduti a Kabul, battersi il petto in Chiesa, lui che compare nelle parole di alcuni pentiti per mafia, si batte il petto in Chiesa di fronte all’Italia intera, mentre Domenico muore nel silenzio .
Questa è l’Italia che idolatra l’Imperatore peccatore e a lui tutto perdona, e condanna i tanti Domenico a morte sicura, o ad una vita senza opportunità.
Come diceva Giovanni Falcone , “ tutte le storie hanno un inizio e una fine” non ci resta che aspettare questa fine, sperando che arrivi prima che il Paese crolli.
Addio Domenico e scusa davvero !