Siamo arrivati alla sesta edizione del premio e per prima cosa voglio ringraziare tutti a partire dalle istituzioni, Regione Lazio,  Provincia di Roma e poi ai  “maggiori azionisti”: Ordine dei Giornalisti,  l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa italiana  che con i loro contributi rendono ancora possibile l’esistenza di questa iniziativa. E naturalmente ad articolo 21  sempre disposto a sostenere tutte le iniziative che l’Associazione riesce a portare avanti.
Ma non ho finito con i ringraziamenti. Un grazie di cuore va a tutta la giuria, composta dai  giornalisti “grandi” e dai ragazzi vincitori dell’edizione precedente. Una giuria che si sobbarca un lavoro enorme, con rigore e pazienza legge e visiona, giudica una quantità di lavori enorme. Solo quest’anno ne sono arrivati 135!
E ancora un grazie a tutti quelli che con il loro lavoro ci aiutano ad andare avanti.
Ma la mia riconoscenza più grande va a tutti quei giovani, con il piacere di partecipare e  la speranza di vincere spediscono i loro lavori.
Ognuno di loro coltiva un’aspirazione: fare del giornalismo serio, fare informazione, fare informazione libera, cosa in questi momenti, sempre più difficile. Ricordo lo  spirito con il quale  è nato questo premi: permettere a dei giovani di poter avere un po’ di respiro, di potersi permettere di stare fermi un anno in attesa di trovare la propria strada.
Non so se in questi anni abbiamo raggiunto questo traguardo. So solo che molti vincitori e non solo, in qualche modo fanno i giornalisti, lavorano nella informazione: vedo i loro servizi e sento le loro voci alla radio, vedo i loro documentari nelle rassegne. Molti di loro sono rimasti in contatto con la Claudio Accardi,  dicono che l’associazione ha portato loro fortuna, e sono sempre disposti a lavorare, gratis , per l’Associazione. Insieme ad alcuni di loro abbiamo prodotto un video “ I nostri diversi”, poca cosa, ma pur sempre qualcosa.
Grazie al lavoro di tutti l’Associazione è molto cresciuta, ma ho un rimpianto: in tutti questi anni la giuria non è ancora riuscita a premiare il lavoro di un giovane proveniente da paesi in via di sviluppo, per il quale il premio che l’Associazione elargisce potrebbe veramente rappresentare una svolta nella vita e non solo nella sua carriera di giornalista. Arrivano lavori dal sud del mondo, ma troppo pochi. Il nostro obiettivo per il prossimo anno è di far arrivare il nostro bando lontano. Spero nel futuro.