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Articolo 21 - Editoriali
Dal 13 dicembre in poi
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di Carla Stampa

Domenica, 13 dicembre. In Piazza del Duomo si tiene la festa del Pdl per le iscrizioni al partito: il sindaco Letizia Moratti prende la tessera per la prima volta e gliela darà personalmente Mr. B. Primo pomeriggio: La 7, tv privata, intervista con anticipo alcuni presenti con bandiere; sono vecchi, parlano con foga, agitano le mani, si fanno sotto il muso del giornalista: “Silvio è Dio” etc. Ora 17: ha inizio la festa. Mr. B si sbraccia dal palco e contro un gruppo di ragazzi che lo contestano stende il braccio con l’indice puntato, li accusa di nefandezze comuniste e tuona: “Vergogna, vergogna, vergogna!” Baci abbracci e ritorno in macchina. Sono passate le 18. Mr. B. sta per raggiungere l’automobile in mezzo a una folla che lo tocca, lo accarezza, lo preme. Il servizio d’ordine suo personale, con facce note e invecchiate nelle rughe degli sguardi vigili, gli è intorno. Un obiettivo riprende qualcuno poco distante, berretto di lana quasi sugli occhi, la mano che si alza con un oggetto che viene lanciato contro Mr. B. ad altezza uomo: cioè la faccia. Mr. B. lancia un urlo, si copre con una plastica nera (il lembo di un sacco d’immondizia?), traballa; lo sorreggono (le guardie del corpo si voltano stupite verso di lui). I pinnacoli del souvenir del Duomo in miniatura spaccano un labbro, due denti e lo zigomo sinistro: un po’ più su e l’occhio sinistro – quell’occhio che, calato a metà nella sua fissità glaciale, esprime l’animo nero di Mr.B.– quella fessura dell’anima sarebbe stata chiusa.

Mr.B. sanguina, barcolla, si accascia. Lo caricano dentro la macchina mentre un gruppo agitato di schiene incastra l’uomo dagli occhi piccoli come capocchie di spillo: lui, l’attentatore folle, con il quale oltre 60 mila frequentatori di Facebook si dichiarano subito solidali e, in particolare, viene coniata la fulminante battuta: “Dieci anni di cure mentali e un attimo di lucidità”).

Si parta in fretta, a sirene spiegate….Macchè, Mr. B torna fuori dallo sportello semichiuso, salta sul predellino (un’altra volta, dopo quella dell’annuncio del nuovo partito delle libertà a piazza San Babila: il “manifesto del predellino,” appunto), mostra il volto sanguinante con una esibizione scandalosa che fa il giro del mondo. Lo ricacciano dentro e viene ricoverato al San Raffaele, dal suo amico Don Verzè che, dopo averlo visitato, sentenzia: “Bisogna cambiare la Costituzione !”.

Il mondo pende dalle labbra del medico personale di Mr.B., un omone tipo Frankestein, sopracciglia folte come arbusti, palle oculari ingrandite da occhiali cerchiati di nero, dentatura a ferro di cavallo. Che dice, che dice? Beh, il paziente non sta molto bene, è abbattuto, sedativi e antibiotici… per le dimissioni (dall’ospedale) si vedrà.

Davanti agli imponenti cancelli di ferro battuto del San Raffaele cominciano ad arrivare i fedeli con cartelli, biglietti, fiori, incoraggiamenti, sollecitazioni: “Tieni duro”! E naturalmente la figlia Marina scortata a vista e con il décolleté in mostra a dispetto del freddo glaciale; il fido Confalonieri in pregiato cappotto di cammello; c’è anche l’opposizione (un Bersani accigliato). Insomma, solidarietà dovunque e da chiunque. Non da Rosy Bindi, presidente del Pd, che il giorno dopo rilascia un’intervista dal titolo: “Non faccia la vittima”.

Tre giorni dopo. Macchina blindata, lampeggiatori azzurri della polizia, flashes di fotografi, telecamere: è lui, incerottato come una mummia appena srotolata, occhietti strizzati, manina che saluta dietro il finestrino. Poi ad Arcore, ma non subito: l’Italia viene informata che nelle quattro ore di sospensione è andato dal dentista. A casa, a casa. In villa. Fiori, biglietti, manifesti, gruppi di curiosi interessati, primo fra tutti il sindaco di Arcore: BENTORNATO SILVIO!

Pausa.

Il giorno dopo. Ai fotografi intirizziti si ripresentano i soliti noti, in processione. E’tornata la figlia Marina, che si è trattenuta ben due ore, si fa notare. E la sera di sabato 19, a cena Bossi e Tremonti. Intanto il portavoce Bonaiuti ci aggiorna minuto per minuto, tramite la Tv di casa e di Stato. Si fa trapelare l’”indiscrezione” che diventerà vice premier Gianni Letta, che oggi ( 19 dicembre)   è andato a salutare Papa Ratzinger (mentre Carlo De Benedetti è andato a salutare il presidente della Camera Gianfranco Fini e, naturalmente, anche il presidente del Senato Renato Schifani…ma prima Fini, poi Schifani).

La politica è questa roba qui.

Potrebbe cambiare? Come no! Dal Male nasce il Bene, dall’Odio l’Amore “E se così fosse”, ha fatto scrivere Mr.B. in un comunicato “il mio dolore non sarebbe stato vano”.   Male-Bene, Odio-Amore: avremo di che dibattere nel periodo natalizio.

Intanto il dibattito è in pieno fervore nel Pd. Massimo D’Alema dichiara al Corriere della Sera e in televisione che una “leggina ad personam” sarebbe meglio del “processo breve”. “All’inciucio!”, gridano nel Pd. “No a leggi ad personam”, si intigna Bersani. “Nessun inciucio!” ribadisce Franceschini a nome della sua nuova componente nel Pd. “Ma perché?”, domanda D’Alema, “se gli inciuci servono…Cosa fece Togliatti con l’art.7 della Costituzione, Stato e Chiesa etc.?”

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