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Articolo 21 - Editoriali
Facebook censura gli utenti di "BERLUSCONI CHI è?"
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di Roberto Secci

Nel giorno in cui Google fa cadere il Great Firewall of China, ovvero il muro digitale che il governo di Pechino imponeva al motore di ricerca più famoso d’Italia per continuare ad operare nella Repubblica Popolare , in Italia si è verificato un incredibile episodio di censura che, in queste ore, è rimbalzato solo sulle pagine dei social network e che quindi vogliamo denunciare dalle colonne di Articolo 21.
Ricostruiamo quanto accaduto. Martedì mattina un gruppo nutrito di utenti di Facebook (si parla di alcune centinaia) non riesce ad accedere al proprio profilo. Vista l’elevata quantità di mancate connessioni si pensa a un problema di malfunzionamento della rete o ad un guasto tecnico ai potentissimi server della piattaforma più famosa del mondo.  Con il passare dei minuti si scopre che tutti i profili “sconnessi” hanno in comune l’appartenenza al gruppo denominato “BERLUSCONI chi è?”      
Da sempre l’associazione Articolo 21 condanna con fermezza episodi di violenza verbale, gli insulti, le minacce  e con altrettanta fermezza si è sempre schierata a favore di coloro che della censura sono stati vittima: anche se non la pensavano come noi.  Questa volta, oltre ad essere indignati siamo anche profondamente preoccupati per questo grave atto di censura che ha colpito un gruppo consistente di utenti di Facebook : quasi tutti giovani che hanno il diritto di dissentire democraticamente. Indignazione e preoccupazione aumentano se pensiamo che questo episodio si verifica poche ore prima del nuovo giro di vite che il Governo Berlusconi si appresta a dare alla libertà di diffusione di web tv e radio. Il futuro di questi nuovi media sarà, per volontà della maggioranza, vincolato ad autorizzazioni e licenze come avviene oggi per le emittenti radio televisive locali e nazionali. Come? Scavalcando,ancora una volta, il dibattito parlamentare e approvando il cosiddetto decreto Romani, lo schema di decreto legislativo di recepimento della nuova direttiva europea in materia di tv, che approda oggi sul tavolo delle commissioni Trasporti e Cultura della Camera per il previsto parere. Dobbiamo dire basta!

 

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