Articolo 21 - Editoriali
Editoria: ricostituire il diritto soggettivo
di Mediacoop
Ieri, nel corso della audizione presso la Commissione Cultura della Camera, Mediacoop ha sostenuto che non è accettabile continuare a gestire in modo frammentario un settore così complesso in una fase di così profonda trasformazione e crisi attraverso interventi tampone. Non è accettabile che attraverso un decreto legislativo si definiscano nuove procedure per l’erogazione dei contributi pubblici all’editoria riservando all’Esecutivo le competenze in materia ed esautorando, così, il Parlamento. Mediacoop ha fatto presente che è impossibile evitare la chiusura di decine di testate se non si ripristina, come richiesto da tutte le associazioni audite, il diritto soggettivo. Discutere del Regolamento non avrebbe senso senza questo ripristino perché significherebbe regolamentare un deserto imprenditoriale. Mediacoop prende atto del consenso bipartisan espresso dai Parlamentari presenti e dell’impegno assunto da parte del Relatore di Maggioranza a rappresentare nella sua Relazione questa situazione insostenibile . Al Presidente ed ai Commissari, è stato chiesto di farsi portavoce presso i colleghi del Senato dell’assoluta necessità di approvare l’emendamento bipartisan per la ricostituzione del diritto soggettivo per i prossimi due anni in modo che si possa provvedere ad una riforma complessiva del settore. Insostenibilità di questa situazione che mette in crisi 98 testate tra quotidiani e settimanali con il rischio di 4000 licenziamento tra giornalisti e poligrafici, d’altra parte, è presente anche al Ministro Tremonti e al Presidente Fini che avevano preso un impegno pubblico a risolvere il problema. Mediacoop così come ha fatto nel passato ha, comunque, presentato alla Commissione una serie di modifiche che vanno tutte nel senso di una maggiore trasparenza e rigorosità nelle erogazione dei contributi, avendo particolare attenzione a quelle norme che regolarizzano e aumentano l’occupazione delle imprese. Mediacoop chiede con forza che i due rami del Parlamento trovino l’intesa necessaria a raccordare gli interventi per una soluzione che eviti un colpo mortale al pluralismo e apra la via per una riforma strutturale e condivisa del sistema dell’editoria.
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