di Redazione
"In trincea" contro il ddl. E pronti, se serve, a "scendere in sciopero". La Federazione nazionale della stampa ribadisce la sua ferra opposizione alle nuove norme sulle intercettazioni, attualmente al vaglio della commissione Giustizia del Senato. "Saremo in trincea - ha promesso il segretario generale, Franco Siddi, intervenuto alla presentazione di "Don Vito", il libro scritto per Feltrinelli da Massimo Cancimino e Francesco La Licata - contro un testo di legge che vuole impedire la cronaca giudiziaria: e se sara' approvato, lo aggireremo, con i libri, con i siti internazionali, perche' le notizie al tempo moderno non possono essere oscurate, aiuteremo i colleghi a farle venire fuori". "Il giornalismo libero - ha ricordato Siddi - non puo' subire alcuna censura, e deve vincere anche le tentazioni di autocensura che talvolta colgono in modo quasi naturale ciascuno di noi per colpa delle minacce, delle valutazioni della conseguenze che puo' avere una certa notiza, di quel direttore che ha paura o e' addirittura scontento del giornalista che gli porta una notizia". " C'e' chi pensa che la liberta' di informazione sia troppa - ha polemizzato Roberto Natale, presidente della Fnsi - noi pensiamo invece che sia troppo poca, e lo steso vale per l'informazione sulla mafia: quando grandi istituti internazionali stilano certe classifiche sulla liberta' di stampa, tra i parametri valutativi entrano anche la diffusione della criminalita' organizzata e le minacce e le intimidazioni di cui sono vittime i colleghi". "C'e' chi pensa che chi informa, chi fa fiction, chi fa cinema sulla mafia stia sporcando l'Italia, noi la pensiamo in maniera radicalmente opposta. Non condividiamo una sola parola di quelle dette da Emilio Fede su Saviano, non puo' passare l'idea che chi parla di certi temi lo fa per farsi pubblicita', noi crediamo che anche grazie al lavoro di Saviano e di tanti altri colleghi coraggiosi si sia potuto rompere un silenzio che pesava". "Quanti passaggi televisivi ha avuto il libro di Ciancimino - chiede il presidente del sindacato -? Uno solo, a 'Il caffe'' di Corradino Mineo, che e' stato chiuso... Siamo noi che siamo sospettosi o c'e' una cappa che grava sul sistema dell'informazione?". Quanto al ddl sulle intercettazioni, "ce lo hanno spiegato tanti magistrati, non e' vero che le intercettazioni su fatti di mafia e di criminalita' organizzata potranno andare avanti, la verita' e' che il 60% delle indagini di mafia partono da intercettazioni decise per fatti di natura diversa. Sara' una delle 100 motivazioni nella battaglia che il sindacato fara' in modo frontale, se necessario arrivando allo sciopero come tre anni fa. E se questo testo sciagurato dovesse essere approvato, garantiremo copertura ai giornalisti che faranno disobbedienza morale e civile, ricorreremo alla Corte costituzionale e alla Corte europea di Strasburgo che si e' gia' pronunciata in modo chiaro sul diritto di cronaca. Quello che ci conforta e' che larga parte dell'opinione pubblica ha capito il nesso tra l'attacco alla magistratura, il nostro dovere di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati e non spettatori di una repubblica a reti unificate".