di Coordinamento Primo luglio
Signora Aldovrandi aderisce alla manifestazione del primo luglio contro il Ddl Alfano, la cosiddetta legge bavaglio?
Aderisco, penso che sia fondamentale, inderogabile, che la Federazione della Stampa così come la gente comune aderisca a questa richiesta, perché è una esigenza di tutti; secondo me si stanno minando i diritti di chi trova voce solo attraverso la stampa… questo è il mio caso.
Ecco, vogliamo riassumere la vicenda di suo figlio Federico?
Il 25 settembre 2005 Federico rientrava a casa dopo un sabato sera con gli amici, stava benissimo, non aveva problema alcuno, forse aveva preso una pasticca in discoteca molte ore prima, però gli effetti, come hanno poi dimostrato le analisi e la sentenza stessa ha ribadito, erano svaniti, pressoché nulli, cioè ormai non c’era più traccia di quello che aveva preso. Eppure la versione ufficiale, il mattinale della polizia, diciamo la voce del più forte in quel momento, attribuiva la morte ad un malore, quindi riportando a Federico stesso la causa della morte.
Se non avessimo potuto pubblicare le fotografie e dimostrare con queste che cosa era veramente successo, l’unica versione sarebbe rimasta quella trasmessa dagli organi di polizia.
Proprio questo è l’aspetto che ci interessa sottolineare; nel caso fosse stata già in vigore la legge sulle intercettazioni il suo caso non sarebbe mai venuto fuori…
Esattamente. Penso che le persone come me, cioè i comuni cittadini, non avrebbero potuto dire la propria verità, né tantomeno, cosa più importante, il resto dell’Italia avrebbe mai potuto sapere cosa era veramente successo. Questo è stato possibile grazie alla stampa… in molte forme, dalla carta stampata alle televisioni, a internet. Solo grazie a questo abbiamo potuto sollevare la richiesta di verità e anche di giustizia che insieme con noi ha chiesto tanta gente. Con questo siamo arrivati ad un processo che altrimenti, come ci avevano già detto, stava per essere archiviato senza alcuna indagine perche tutto si basava sulle dichiarazioni dei poliziotti. Come se avessero più diritti di altri di dire la loro rispetto al resto della gente. Credo che l’unica difesa, l’unica possibilità che abbiamo, è quella di far sentire la nostra voce attraverso la stampa.
Perché, secondo lei, il Governo si ostina a voler intervenire così pesantemente su questa materia?
Ma, non so, chi si ostina tanto forse ha qualcosa da nascondere; forse non ha interesse alla trasparenza. Dal mio punto di vista, da cittadina qualunque, penso che chi ha un ruolo pubblico in particolare non debba temere nulla, dovrebbe essere d’esempio per tutti e nel momento in cui svolge la sua funzione dovrebbe essere assolutamente trasparente... se parliamo di uno stato di diritto. Quello che temiamo come cittadini, è che questa legge possa consentire di gestire in maniera assai poco trasparente delle cose, fra virgolette pubbliche, a chi ha un interesse non proprio limpido.